Prima rassegna di arte contemporanea al Mume di Messina. Il Museo regionale della città peloritana ospita numerosi capolavori del passato, 750 per la precisione, che spaziano dalla sezione archeologica al moderno, e annovera opere anche di Antonello da Messina e Caravaggio; ma il primo artista ad esporre installazioni contemporanee sarà Edoardo Dionea Cicconi.

Artista romano, ma ormai siciliano d’adozione, da qualche anno vive a Palermo dove ha già realizzato mostre ed esposizioni.

Influenzato dalla fisica contemporanea e, in modo particolare, dalla relatività di Einstein, Cicconi nelle sue opere insegue la compenetrazione dello spazio con il tempo, l’uno condizionato e deformato dall’altro, in un continuo dialogo che tende all’unidimensionalità spazio-temporale.

La rassegna che prende il via il primo luglio, si concluderà il 12 settembre 2020, ha quale tema proprio il tempo “The game of time, the time of game”. Le opere contemporanee saranno esposte nella sala del Caravaggio.

A promuovere l’iniziativa, BIAS 2020 col patrocino dell’assessorato regionale ai Beni culturali, il comune di Messina, la Fondazione Donà delle Rose, Wish World International Sicilian Heritage.

L’installazione “XYZT.SP” si presenta come una struttura autoportante in metallo con una superficie specchiante sul fronte. La superficie dello specchio, dritta e nitida, presenta una particolarità: a tratti riflette la realtà distorcendola. Attraverso un meccanismo nascosto, l’immagine si flette per poi tornare al suo aspetto iniziale: è l’opera a muoversi cogliendo in fallo lo spettatore, che viene distorto fino a scomparire per poi riapparire di nuovo.

Gli spettatori potranno interagire con la scultura e, attraverso un gioco di riflessi, anche con i dipinti. A sorpresa, ad intermittenza, gli specchi distorceranno la realtà riflessa. I fruitori “spariranno” e si fonderanno con lo spazio circostante e con i dipinti stessi. In questo modo la barriera del tempo viene abbattuta, così come lo spazio che è fagocitato dagli specchi, in una sorta di buco nero in cui tutto viene addensato, ma della cui destinazione nulla si sa.

“Non avrei potuto portare – ha commentato Cicconi – nessun altro lavoro all’interno di una sala museale così prestigiosa, se non questa nuova serie di “buchi neri”. L’unico dialogo che può esistere fra arte del passato e arte contemporanea è proprio l’annullamento, in chiave figurativa, delle barriere dello spazio e del tempo. Una tensione verso l’assoluto, universale”.

La mostra è visitabile dal martedì al sabato, dalle 9 alle 18,30 e i festivi dalle 9 alle 13. Chiusura settimanale lunedì; ingresso gratuito al museo ogni prima domenica del mese.

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