I Carabinieri di Santo Stefano di Camastra hanno arrestato sue persone accusate di istigazione al suicidio. L’operazione è scattata all’alba di oggi da parte dei militari che hanno eseguito due misure cautelari degli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Patti, su richiesta della procura di Patti.

Ai domiciliari è finita una coppia, Gabriel Acanticai di 26 anni e la convivente Grazia Maria Di Marco, di 24 anni, accusati di aver estorto danaro e poi provocato la morte, come conseguenza della propria condotta illecita, di un quarantanovenne trovato impiccato il 15 febbraio dentro un appartamento abbandonato a S. Stefano di Camastra.

Le indagini condotte dal Nucleo Operativo dei Carabinieri hanno messo in luce come il suicidio dell’uomo sia stato estrema conseguenza del progetto criminale dalla giovane coppia. Dagli accertamenti, in particolare dall’analisi del contenuto del cellulare in uso alla vittima, è emerso come i due fidanzati abbiano prima conquistato la fiducia della vittima, padrino del loro figlio e particolarmente fragile emotivamente, ed abbiano poi avviato un’opera di manipolazione finalizzata a spogliarlo completamente dei suoi averi.

La vittima ed i suoi familiari, un tempo benestanti, da circa un anno erano sopraffatti dai debiti, tanto da esser costretti a svendere diversi immobili, riducendosi in povertà assoluta. La coppia, approfittando della vulnerabilità dell’uomo e ben conoscendo la sua dipendenza sentimentale da una loro familiare, sorella del giovane arrestato, gli facevano credere che la donna amata fosse stata rapita, si trovasse segregata e fosse sfruttata da un uomo che pretendeva continui pagamenti per non farle del male. L’uomo nel corso del tempo avrebbe versato denaro per oltre 150 mila euro.

Per “salvare” la donna, l’uomo ha anche svenduto i beni di famiglia arrivando ad appropriarsi persino di parte della pensione percepita dalla madre. La coppia avrebbe indotto l’uomo a commettere ogni genere di crimine, dal furto alla truffa, facendogli pensare persino alla rapina e all’omicidio. Stretto dalle continue ed insistenti richieste di denaro e gravato dal peso di aver rovinato inutilmente sé stesso e la sua famiglia, alla fine il quarantanovenne, ormai esasperato ed avvilito, si è tolto la vita.