Sono passati oltre due mesi dalla tragica morte di Sara Campanella, la studentessa universitaria di 22 anni uccisa brutalmente nei pressi dello stadio San Filippo a Messina, il 31 Marzo scorso. Nonostante il forte impatto emotivo sull’opinione pubblica e le numerose manifestazioni in sua memoria, l’area in cui è avvenuto il delitto è rimasta in condizioni di abbandono.
A riportare l’attenzione proprio nel giorno in cui il Parlamento vara una norma sul femminicidio, è Libero Gioveni, consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione formale rivolta al sindaco della città, Federico Basile.
Riqualifica per ricordare: cosa chiede Gioveni
“Il Viale Gazzi, divenuto ormai il luogo della memoria per tanti cittadini, continua a rimanere in uno stato di degrado e assenza di cura. E’ urgente che il Comune intervenga, sia per motivi simbolici, che per rispetto verso la memoria di Sara” scrive Gioveni. Nel testo dell’interrogazione il consigliere evidenzia che la zona del delitto è quotidianamente frequentata da chi depone fiori, o si raccoglie in preghiera, e sottolinea la necessità di un intervento che ne migliori il decoro urbano e lo trasformi in uno spazio dignitoso e accogliente.
Il consigliere chiede all’amministrazione risposte chiare e dettagliate su tre punti principali:
- Quali azioni concrete intendono adottare per la riqualificazione e la tutela dell’area dove è avvenuto l’omicidio
- Se sia già stato attivato un iter tecnico-amministrativo, e con quali caratteristiche progettuali
- Quali sono i tempi previsti per l’inizio e il completamento degli eventuali lavori.
“Non può restare tutto com’era, come se nulla fosse accaduto”. Quel luogo rappresenta oggi una ferita aperta per l’intera città e deve diventare anche un segno visibile dell’impegno contro ogni forma visibile di violenza “, ribadisce Gioveni.
Nel frattempo, la città continua a interrogarsi sul futuro di quell’angolo di strada e su quale sia il modo migliore per impedire che il silenzio e l’indifferenza si aggiungano, anche questa volta, alla violenza.
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