Messaggi in codice

Madre denuncia lo spaccio di droga, scattano 13 misure cautelari

  • I Carabinieri di Barcellona P.G. eseguono 13 misure cautelari
  • L’accusa agli indagati è di spaccio di marijuana e cocaina
  • Gli indagati adottavano diversi accorgimenti per eludere la Polizia

I Carabinieri della Compagnia di Barcellona P.G. (ME) hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di tredici persone, ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di spaccio di marijuana e cocaina, emessa dal Gip del Tribunale di Patti, su richiesta della Procura della Repubblica di Patti.

Indagini dopo la segnalazione ai carabinieri

Si tratta di tredici misure cautelari di cui: una degli arresti domiciliari, sei di obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza con prescrizioni per i destinatari di non allontanarsi dalle loro abitazioni dalle ore 21:00 alle ore 07:00 di tutti i giorni, e sei di obbligo di presentazioni alla Polizia Giudiziaria. L’indagine è nata da alcune segnalazioni, ricevute dai Carabinieri della Stazione di Falcone (ME), relative a possibili attività di spaccio di sostanze stupefacenti, specie tra giovanissimi, principalmente ad opera di due soggetti di Falcone già noti ai militari.

La denuncia di una madre

I Carabinieri hanno anche acquisito le denunce della madre di un consumatore di sostanze stupefacenti che si era appropriato di beni di famiglia per venderli e impiegarne il ricavato nell’acquisto di droga. Tramite intercettazioni e videosorveglianza, controlli e pedinamenti, è stata scoperta una vasta attività di spaccio di marijuana e cocaina che ha consentito di allargare l’ambito delle indagini, portando alla luce l’operatività di altri soggetti attivi nell’ambito territoriale compreso tra Falcone e Barcellona P.G., passando per Terme Vigliatore e Mazzarrà S. Andrea.

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Messaggi in codice su Whatsapp

Gli indagati adottavano diversi accorgimenti per eludere la Polizia, comunicando sistematicamente mediante uso di linguaggio codificato e tramite canali social, in particolare WhatsApp e Instagram, indicando le droghe contrattate con nomi convenzionali del tipo “Ciccia”, “Bomba”, “Caffè”, “Basilico”, “Medicina”, “Schedina”, “Computer verde”, “Sigaretta”. L’attività si spaccio di stupefacenti non si è interrotta neppure durante il periodo di lockdown. Ma la pandemia, è stata anche un’opportunità di guadagno per gli spacciatori infatti le restrizioni hanno reso più difficoltosa la circolazione della droga sul mercato e l’effetto è stato quello di fare lievitare i prezzi al dettaglio della sostanza stupefacente, raddoppiando il costo di un grammo di marijuana, pagato anche 20 euro dai consumatori al grammo.

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