Finiscono ai domiciliari sindaco e vice del comune di San Filippo del Mela. Ai due amministratori è stata notificata dai carabinieri del Ros l’ordinanza cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta di quella Procura della Repubblica.

Per il primo cittadino Pasquale Aliprandi e per Giuseppe Recupero l’accusa è d’induzione indebita a dare o promettere utilità. L’inchiesta è relativa all’iter autorizzativo del Parco Commerciale, denominato “La città della moda, del commercio e della tecnologia”, destinato a sorgere nella contrada Archi del comune di San Filippo del Mela.

Secondo gli investigatori, dopo una fase di stallo, nel 2010 ci sarebbe stata un’accelerazione delle procedure amministrative per la realizzazione del progetto. In particolare, per la Procura, un ruolo lo avrebbe avuto un imprenditore catanese, poi deceduto nel 2014, che avrebbe mediato i rapporti con le amministrazioni interessate all’iter autorizzativo.

Nei faldoni dell’inchiesta sono finite delle intercettazioni i cui sarebbero documentate delle tangenti che sarebbero state elargite ad Aliprandi, quando ancora non era sindaco, e a Recupero che all’epoca dei fatti rivestiva la carica di assessore comunale al Commercio.

I carabinieri ricostruiscono il passaggio di una bustarella con 12mila euro che sarebbe avvenuto nel settembre 2011 nella zona del cimitero di San Filippo del Mela fra l’imprenditore e Recupero. Secondo quanto emerge da un’intercettazione ambientale quest’ultimo li avrebbe poi dovuti dividere con altre persone: “…gli toccano tremila euro l’uno ….ne fanno l’uso che vogliono insomma….”, direbbe l’imprenditore dopo la consegna dei 12mila euro.

Nel dicembre 2011, come ricostruiscono gli investigatori, il Consiglio comunale approva a maggioranza la delibera riguardante il progetto di piano di lottizzazione dei terreni siti in località Sorgente – Frazione di Archi. Dopo l’atto, nel febbraio 2012, gli investigatori registrano un’altra intercettazione in cui l’imprenditore dice che avrebbe dovuto versare ulteriori somme, cosa che, tuttavia, non aveva intenzione di fare.

Le indagini sono state avviate nel 2010 dalla Dda di Messina e sono state successivamente coordinate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto.