La truffa internazionale delle badanti romene. Una vera e propria organizzazione internazionale con sede principale in Romania e sedi operative a Milazzo in provincia di Messina e in varie cittadine della provincia di Reggio Calabria gestiva  le attività di raggiro agli anziani, estorcendo denaro, per poi far sparire il tutto attraverso complessi sistemi di riciclaggio internazionale. E’ stata scoperta dai carabinieri che hanno messo a segno un operazione congiunta con Europol

L’associazione a delinquere dei badanti

L’associazione a delinquere dei ‘badanti’ era strutturatane organizzata come una organizzazione criminale di alto livello. Lo scopo del gruppo era commettere una pluralità di gravi reati come la circonvenzione di persone incapaci, estorsione, ricettazione e riciclaggio dei proventi illeciti.  I carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e Europol hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Procura di Locri, nei confronti di 16 persone. Per dieci è stato disposto il carcere mentre 6 sono stati poste ai domiciliari. Il blitz è scattato in Italia, Romania, Olanda e Germania.

Le aree dei raggiri da Reggio Calabria a Milazzo

In provincia di Reggio Calabria sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare. Le forze di polizie dei rispettivi Paesi hanno eseguito 13 mandati di arresto europeo emessi dal gip di Locri. Il vertice dell’organizzazione si trova in Romania con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino. L’organizzazione aveva un’articolazione anche in Sicilia, nel Comune di Milazzo.

59 indagati

Sono 59, complessivamente, gli indagati dell’inchiesta “Transilvania”. Già dalle prime risultanze investigative i carabinieri hanno intuito che non poteva trattarsi di una condotta isolata e posta in essere da un unico soggetto. Le indagini e gli accertamenti di natura finanziaria sulla donna hanno consentito ai militari di fare luce su un’articolata organizzazione criminale, dotata di una struttura piramidale e composta interamente da soggetti di nazionalità romena. Ogni indagato aveva un compito ben definito all’interno della rete i cui vertici erano due coniugi originari di Bistriţa-Năsăud, in Romania.

Giovani donne appositamente addestrate

L’associazione si sarebbe avvalsa di giovani donne che, appositamente addestrate ed agendo singolarmente, dopo aver selezionato con attenzione le proprie potenziali vittime le inducevano al versamento di cospicue e continue somme di danaro, fino a mille euro per singola transazione, che venivano ceduti dalla vittima direttamente nella mani della truffatrice, oppure bonificati ai vertici della banda in Romania. L’approccio consisteva solitamente con la scusa di vendere oggettistica di esiguo valore come accendini e fazzoletti. Da lì seguiva la fase di “adescamento”, nel corso della quale le giovani donne, approfittando delle condizioni di solitudine e vulnerabilità delle vittime, si dichiaravano infatuate di quest’ultime, nonché bisognose di denaro, adducendo nella maggior parte dei casi fittizi problemi di salute personali o dei propri familiari residenti, in particolare, nell’area esteuropea.

Le vittime

Le vittime erano anziani tra i 70 e i 90 anni. Anziani che venivano indotti o, in qualche caso  costretti, con raggiri o con minacce, a donare soldi che venivano consegnati proprio alle giovani donne, che provvedevano poi a consegnarli, a loro volta ai vertici dell’organizzazione delinquenziale.

La denuncia che diede il via all’inchiesta

L’operazione, denominata “Transilvania”, è nata da un’attività d’indagine avviata nel 2018 dopo la denuncia sporta da un anziano originario di un paese della Locride. Ai carabinieri aveva segnalato di essere stato circuito da una giovane donna di nazionalità romena la quale, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell’arco di un anno, a consegnarle, attraverso dazioni dirette di danaro contante e versamenti tramite “Money Transfer” all’estero, la somma complessiva di 20mila euro.

Le tracce del denaro, raccolta da un milione di euro

Secondo gli investigatori, i proventi illeciti raccolti dagli indagati sarebbero circa un milione di euro, di cui 179mila euro sarebbero stati tracciati, mediante il trasferimento in Romania. Una volta estorto il denaro agli anziani, infatti, gli indagati lo inviavano attraverso “Money transfer”. Le complesse indagini dei carabinieri e dell’Europol sono consistite in accertamenti di natura finanziaria, intercettazioni telefoniche, videoriprese, audizione delle persone offese e di altre informate sui fatti.