C’è un’amicizia forte e decennale a legare gli affari di droga a Messina e il clan catanese Cappello-Bonaccorsi.

E’ quella tra Maurizio Calabrò ‘capo’ dell’organizzazione criminale che spacciava cocaina e marijuana nel Messinese e Sebastiano Sardo, affiliato al clan Cappello-Bonaccorsi e promotore di una fiorente attività di spaccio nel quartiere San Cristoforo a Catania.

CHI E’ SEBASTIANO SARDO ARRESTATO A CATANIA 

E’ quanto ricostruito dai carabinieri di Messina che hanno arrestato 17 persone.

Era Calabrò a dare ordini, a indicare ruoli e attività, a curare il reperimento dello stupefacente attraverso contatti personali con elementi calabresi rimasti ignoti e il catanese Sebastiano Sardo (arrestato oggi dalla Squadra Mobile di Catania).

Calabrò era legato da uno strettissimo rapporto di amicizia con Sardo tanto da essersi tatuato su un braccio il nome di battesimo di Sardo, divenuto poi un componente essenziale del gruppo.

CHI SONO LE PERSONE ARRESTATE A MESSINA 

A Messina c’erano due gruppi criminali operativi riconducibili a Marco D’Angelo e a Maurizio Calabrò che nonostante la detenzione in carcere era in grado di impartire le disposizioni per la gestione delle attività di narcotraffico, facilitate dai suoi stretti collegamenti anche con esponenti di vertice di alcuni sodalizi mafiosi catanesi.

Le indagini sono state avviate a marzo 2013 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina.

In particolare, l’attività investigativa ha consentito di delineare gli assetti interni delle consorterie indagate e le responsabilità dei singoli associati in ordine all’approvvigionamento e alla commercializzazione di ingenti “partite” di cocaina e marijuana, destinate alle principali “piazze di spaccio” del messinese.

Le indagini hanno preso l’avvio dall’arresto in flagranza di uno spacciatore messinese l’8 marzo 2013, quando i carabinieri del Nucleo Radiomobile lo hanno trovato in possesso di 1,2 kg di marijuana suddivisa in 12 involucri.

La quantità della sostanza era tale (come accertato dalle successive analisi del Ris che evidenziarono come dalla sostanza si sarebbero potute ricavare oltre 5500 dosi) da rendere evidente come intorno ad essa ruotasse un circuito di spaccio e non certo una singola persona.

Veniva così individuata un’organizzazione criminale che si muoveva intorno alla figura di Maurizio Calabrò ritenuto l’organizzatore del gruppo – e di Giuseppe Valenti divenuto elemento apicale dopo l’arresto di Calbrò.

Il gruppo operava prevalentemente nello smercio di marijuana e cocaina provenienti dalle province di Reggio Calabria e Catania, ma non disdegnava la consumazione di reati contro il patrimonio e in materia di armi.

Calabrò è stato poi arrestato il 6 luglio 2013, perché trovato in possesso di 4, 8 Kg di marijuana. Con l’arresto di Calabrò la direzione è stata assunta dal Valenti che come Calabrò si è occupato di organizzare il trasporto della droga dai luoghi di acquisto (soprattutto Gioia Tauro e Catania) alla piazza messinese.

Anche le comunicazioni avvenivano utilizzando parole di comodo per indicare lo stupefacente, menzionato come “rose rosse” o “prezzemolo”.

 

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