L’area delle cave di pomice, a Lipari, nelle isole Eolie, da oggi è sottoposta a vincolo. Il relativo decreto è stato firmato dal dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali ed è stato adottato a conclusione di un complesso iter istruttorio condotto con grande solerzia dalla Soprintendenza per i Beni culturali di Messina, ai sensi del vigente Codice dei Beni culturali. Si tratta di uno specifico vincolo etnoantropologico sull’intera area delle cave di pomice, in contrada Porticello dell’isola di Lipari.

Il vertice in estate

Si completa così, in tempi record, il primo degli adempimenti fissati dal presidente della Regione, Nello Musumeci, nell’ambito del cronoprogramma stabilito all’esito del vertice tenutosi dallo stesso governatore proprio nel capoluogo eoliano, il 18 luglio scorso.

I prossimi passi

A questo punto la Regione potrebbe formulare una proposta diretta di acquisto degli immobili insistenti nel perimetro dichiarato di interesse culturale, a sua volta propedeutica – in ossequio a una risalente legge regionale del 1991, mai attuata – alla realizzazione nell’area del giacimento pomicifero di un Museo en plein air e di un Parco geominerario.

Musumeci: “Impegno mantenuto”

«Il primo importante passo è fatto – commenta il presidente Musumeci – e stiamo mantenendo fede agli impegni assunti con gli amministratori comunali e con la comunità di Lipari. Bisogna adesso mettere al sicuro l’area, sottoposta anche a un grave processo di logoramento idrogeologico. Ho affidato agli assessori Alberto Samonà, dei Beni culturali, e Daniela Baglieri, dell’Energia, di seguire le ulteriori procedure e speriamo in tempi assai brevi di potere arrivare, dopo trent’anni, a centrare un altro obiettivo importante per la Sicilia».

“L’obiettivo – ha evidenziato nei mesi scorsi l’assessore Alberto Samonà – è quello di realizzare un Museo e anche un Parco geominerario con funzione didattica, per conservare la memoria e la storia dei luoghi e testimoniare il processo estrattivo e la storia della pomice attraverso foto, documentazioni, testimonianze, oggetti e ricostruzioni del ciclo di lavorazione. Un obiettivo che il nostro governo intende perseguire in collaborazione con l’associazionismo locale e con l’università messinese”.

 

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