Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, intervistato dal Corriere della Sera, a proposito di autocertificazione, ha affermato: «Non so se è stato un errore. Io forse non l’avrei messa, ma capisco la logica. C’è sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l’autocertificazione».

«L’Italia – ha aggiunto il senatore del MoVimento 5 Stelle – è come un paziente convalescente da una malattia grave. Lo stiamo dimettendo, ma con prescrizioni da osservare. Però ci dobbiamo affidare anche alla responsabilità e al buon senso».

Sileri, che pochi giorni fa, parlando di congiunti ha fatto riferimento ai buoni amici, ha spiegato: «C’è chi vuole giocare con le parole, ma io ho detto amico vero nel senso che non deve essere una scusa. C’è chi vive solo, è vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico è fondamentale».

Poi, a proposito della decisione di abolire le conferenze della Protezione Civile sugli aggiornamenti dei dati dell’epidemia, Sileri ha detto: «All’inizio andavano bene, ma non ha senso dare i numeri senza spiegarli».

Infine, sulle capacità comunicative del premier, Sileri ha detto: «No, Conte ha spiegato benissimo. Forse dagli scienziati è arrivata un po’ di confusione. Avrei fatto parlare solo l’Istituto superiore di sanità». E sull’Organizzazione Mondiale della Sanità: «Ha dato linee guida sbagliate. Ma all’inizio si conosceva poco il virus».