In Francia un 19enne è stato arrestato per avere ucciso un prete sospettato di essere pedofilo, colpito alla gola con un crocifisso e soffocato.
Alexandre V., uno dei presunti abusati dal sacerdote, ha aggredito il 91enne cattolico Roger Matassoli mentre si trovava nella sua casa di Agnetz, cittadina di 3mila abitanti dell’Oise. Come si apprende dal Daily Mail, il giovane è stato arrestato mentre stava cercando di scappare con l’auto del padre e ora dovrà rispondere di tortura, omicidio e resistenza all’arresto.
Matassoli è stato accusato di avere abusato sessualmente di almeno quattro bambini, tra cui Alexandre e il padre, tra il 1960 e il 2000. Il sacerdote era stato trasferito dalla diocesi di Clermont nel 1967 e dalla diocesi di Saint-Andre-Farivillers nell 1984 prima di essere definitivamente condotto ad Agnetz a causa delle accuse di pedofilia, come riportato da Franceinfo. Eppure è rimasto sul libro paga della Chiesa fino al 2018.
Il sacerdote è stato trovato morto in casa sua il 4 novembre scorso dalla polizia con i segni di tortura sul corpo e di asfissia. Il 19enne non è stato formalmente accusato dell’omicidio ma trasferito in un ospedale a causa di evidenti problemi psichiatrici. Secondo i media francesi, inoltre, Alexandre ha tentato di suicidarsi, mentre il padre, Stephane, si è tolto la vita. L’uomo spesso diceva che quel prete aveva «distrutto un’intera famiglia». Ecco perché, stando a quanto riportato dai giornali locali, si ritiene ormai che l’assassino abbia avuto come movente la vendetta. Alexandre, comunque, ha riferito agli inquirenti di non ricordare nulla di quanto commesso.
Dopo l’omicidio del sacerdote, il vescovo di Beauvais Jacques Benoit-Gonnin ha dichiarato che Roger Matassoli era stato rimosso dalle sue funzioni nel 2009 dopo le accuse di pedofilia. Tuttavia, secondo i resoconti dei media transalpini, il sacerdote in quell’anno si sarebbe semplicemente ritirato per questioni anagrafiche.
È anche emerso che il vescovo Jacques Benoit-Gonnin avrebbe tenuto Matassoli sul libro paga fino al 2018, quando prese in considerazione la testimonianza di Alexandre e Stephane, nonché quella di almeno altre due presunte vittime.
Infine, secondo alcuni rapporti, al prete è stato permesso di continuare ad esercitare il sacerdozio a causa di «errori ecclesiastici» e ‘grazie’ a una serie di vescovi che non si sono occupati della questione, rinviandola a data da destinarsi.
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