Arrigo Sacchi, ex tecnico del Milan e della Nazionale, intervistato da Repubblica, ha raccontato quanto gli è accaduto durante l’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia Romagna, causando purtroppo nove morti.

Sacchi, 77 anni, ha detto: “Quando si arrabbia, la natura è sempre più forte di noi. A Fusignano scorre il Senio, che non sarà il Mississippi ma in questi giorni non c’è mica da scherzare”.

“L’alluvione mi ha risvegliato il mio primo ricordo”

E ancora: “Stiamo vivendo un’alluvione che mi ha risvegliato quello che forse è il primo ricordo della vita: ho tre anni, e mi caricano sul tubo della bicicletta per portarmi a guardare il fiume che è uscito dall’argine. Rivedo quella scena perfettamente, in ogni dettaglio, come se fosse avvenuta poche ore fa. Ricordo i Sacchi di sabbia, un muro per fermare almeno un pò quel disastro”.

Sacchi ha raccontato che, nella sera del disastro, si trovava davanti alla TV per Inter – Milan di Champions League: “È arrivato l’ordine di salire ai piani alti delle case per metterci al sicuro. L’ho fatto anch’io, immediatamente: qui bisogna essere in forma per forza”.

L’ex allenatore ha, quindi, visto “il fiume scuro e arrabbiato“, mentre “a meno di dieci chilometri è uscito tutto. E non smette di piovere nemmeno per un minuto. Viene un nodo alla gola”.

“Siamo un Paese vecchio”

Infine, la considerazione dell’ex tecnico del Milan: “Siamo un Paese vecchio, dove prevenzione e merito sono parole sconosciute. In Italia nessuno sa fare squadra. Conosco Bonaccini, bravissima persona, ma in due o tre anni non si può rimediare a secoli di assenza. Nessuna cura delle sponde e della natura, tutto dovuto e va bene finché dura. Pensiamo di essere sempre i più furbi, invece siamo una nazione piena di debiti”.

“Non c’è quasi mai un progetto, non c’è strategia, solo tattiche improvvisate: come nel calcio. Però, è stata la mia fortuna: io facevo cose semplicissime, ma paragonate a quelle degli altri passavano per rivoluzionarie”, ha concluso.