Un nuovo intervento anti bracconaggio, questa volta portato a compimento in provincia di Pavia. A finire sequestrati sono stati un fucile ed un’anatra molto particolare. L’anatide, infatti, veniva utilizzato per attirare altri selvatici a portata del fucile del cacciatore. Un animale privo di anello inamovibile e per questo posto sotto sequestrato.

La legge, infatti, non vieta ancora, nonostante i numerosi appelli delle associazioni, l’uso dei cosiddetti “richiami vivi”, ossia volatili utilizzati come zimbello. Gli stessi, però, devono essere registrati ed identificati con un anello. Nel caso di Pavia si trattava di una alzavola. Oltre alla mancanza dell’anello, gli inquirenti hanno contestato il caricamento di ben sette cartucce nel fucile da caccia, dunque irregolare.

Tra l’altro, spiega il WWF, quella sequestrata era un’arma molto particolare e costosa, di produzione artigianale che riesce a caricare sino a 8 cartucce. Un fucile semiautomatico-basculante, con la caratteristica di aprirsi come una doppietta. Il serbatoio delle cartucce si trova all’interno del calcio. La Legge 157/92 (che norma l’attività venatoria) all’articolo 13 Comma 1 sancisce che la caccia è consentita con l’uso del fucile con canna ad anima liscia fino a due colpi, a ripetizione e semiautomatico, con caricatore contenente non più di due cartucce. Il fucile in questione, che all’atto del controllo conteneva 7 cartucce, è stato perciò sequestrato dai carabinieri della Stazione di Gravellona Lomellina (Pavia).

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