Apre oggi a Verona il Vinitaly, la più importante manifestazione dedicata al mondo del vino, che chiuderà i battenti mercoledì. La Sicilia sarà presente con 147 aziende, provenienti da tutti i più importanti territori dell’Isola vocati al vino di qualità. All’interno del tradizionale padiglione numero 2 (subito all’ingresso della Fiera), gli stand occupano una superficie di tremila metri quadrati. Prevista anche quest’anno un’area istituzionale che ospiterà incontri con buyer internazionali, masterclass dedicate ai territori più rappresentativi della Sicilia, degustazioni di vini sperimentali, oltre che la presentazione ufficiale della missione siciliana a cui parteciperà il presidente della Regione Nello Musumeci.
Proprio domani, alle ore 15 nell’Area business dello stand della Sicilia, il governatore illustrerà alla stampa specializzata le strategie messe in campo dalla Regione in un settore che, anno dopo anno, cresce sempre di più. All’incontro con i giornalisti, insieme agli assessori all’Agricoltura Edy Bandiera e al Turismo Sandro Pappalardo, parteciperanno anche Andrea Farinetti, patron insieme al padre Oscar della catena di grande distribuzione Eataly e ultimo imprenditore non siciliano, in ordine di tempo, ad avere scommesso sulla Sicilia del vino e Stevie Kim, brand manager di Vinitaly International, fondatrice della Vinitaly Accademy, colei sta divulgando nel mondo, attraverso i suoi “Ambasciatori”, il vino siciliano nel mondo. Alla conferenza stampa saranno inoltre presenti i presidenti delle Associazioni di produttori, rappresentative delle imprese partecipanti: Leonardo Agueci (Providi e Vitesi, con 62 aziende), Alessio Planeta (Assovini, 44 aziende) e Antonio Benanti (Consorzio Etna Doc, 41 aziende).
Anche a questa 53ma edizione, per la Sicilia c’è un primato: è la regione più vitata d’Italia con oltre 97mila ettari, seguita dal Veneto con poco più di 94mila e dalla Puglia con 88mila. Il 75 per cento dell’estensione, pari a circa 73mila ettari, è composta da vigneti a “denominazione d’origine” (DO) o a “indicazione geografica” (IG), ovvero con produzioni che seguono specifici disciplinari orientati verso la qualità. I rimanenti 23mila ettari sono classificati come produzione di vino varietale/generico (vino da tavola).
“L’orientamento del Governo Musumeci – afferma l’assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera – è di ridurre al minimo la superficie a “vino da tavola”, migliorando pertanto la qualità per incrementare la competitività sui mercati dei prodotti siciliani”.
Tra le performance del vino siciliano, in questo 2019, non possono sfuggire i dati relativi all’imbottigliato di alcune denominazioni. In particolare la Doc Sicilia, guidata da Antonio Rallo, nel 2018 ha registrato una crescita del 173 per cento, rispetto all’anno precedente: oltre ottanta milioni di bottiglie contro i ventinove milioni del 2017. Trend di crescita del 5,4 per cento pure per la Doc Etna con tre milioni e seicentomila bottiglie nel 2018, duecentomila in più dell’anno precedente.
Si registra una flessione, invece, per l’Igt “Terre Siciliane” con 127 milioni di pezzi confezionati contro i circa 172 milioni di dodici mesi prima. Un dato che induce a ritenere che il vino siciliano si sta spostando verso la Denominazione d’origine (Do).
Al Vinitaly, negli spazi del “SolAgrifood” è prevista anche una rappresentanza di alcune tra le migliori aziende olearie della Sicilia, 27 produttori che porteranno a Verona gli oli dell’ultimo raccolto.
Commenta con Facebook