È salito a 32 il numero dei feriti nell’esplosione del caffè a San Pietroburgo, in Russia, in cui ha perso la vita un blogger russo, Vladlen Tatarsky, vero nome Maxim Fomin, vicino alle posizioni di Vladimir Putin e sostenitore della guerra in Ucraina. Lo ha riportato oggi, lunedì 3 aprile, il Ministero della Sanità del Cremlino.

In una nota, infatti, si legge: “Secondo gli ultimi dati, 32 persone sono rimaste ferite nell’incidente del caffè di San Pietroburgo e una persona è stata uccisa”. Dieci dei feriti sono in gravi condizioni e altri 16, tra cui una ragazza di 14 anni, versano in uno stato di moderata gravità. Positive le condizioni di altri cinque feriti. Un’altra donna ferita ha rifiutato di essere ricoverata in ospedale.

Ricercata una donna

Il ministero dell’Interno russo ha identificato una donna di nome Daria Trepova sospettata dell’uccisione del blogger. È stato aperto un fascicolo per omicidio. La donna avrebbe inserito materiale esplosivo all’interno di una statuetta, poi consegnata alla vittima. Daria sarebbe già stata arrestata durante le proteste dell’opposizione. Il suo appartamento è stato perquisito.

Il proprietario del bar è il fondatore della milizia paramilitare Wagner

Yevgeny Prigozhin, fondatore della milizia paramilitare Wagner, impegnata in Ucraina, ha confermato di essere proprietario del bar di San Pietroburgo dov’è avvenuta l’esplosione: “In effetti, ho consegnato il bar al movimento patriottico Cyber Front Z e lì si sono tenuti diversi seminari. Molto probabilmente questa tragedia è avvenuta durante un seminario”, ha dichiarato Prigozhin, sottolineando che l’attentato presenta alcune analogie con l’omicidio della giornalista Darya Dugina. “Tuttavia, non accuserei il regime di Kiev di queste azioni. Penso che stia operando un gruppo di radicali che difficilmente ha legami con il governo ucraino, ecco come lo descriverei”, ha concluso.