La notizia dell’arresto dei carabinieri di Piacenza, accusati di diversi reati, tra cui traffico di droga e tortura, ha naturalmente fatto il giro d’Italia. Non solo perché è rarissimo che una caserma sia sequestrata ma anche per l’impressionante serie di illeciti commessi dai militari.

C’è un altro aspetto, però, che sta scatenando una discussione sui social media. Le foto dei coinvolti diffuse dalla Guardia di Finanza di Piacenza. Sì, perché gli occhi sono coperti per non rendere pienamente riconoscibili i volti dei carabinieri.

A tal proposito, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, pubblicando un’immagine su Twitter, si è chiesto: «Esiste una legge in Italia che impone di nascondere i volti di Carabinieri indagati? Non sono minorenni».

Ora, in ambito giornalistico, la Carta di Treviso richiede di oscurare i volti dei minorenni e se non siano deceduti o scomparsi (in modo tale che le foto possano essere utili per il ritrovamento). In caso di adulti, invece, si possono pubblicare le fotografie degli arrestati, inviate alla stampa dalle stesse forze dell’ordine, purché non siano visibili le manette (ecco perché, quando ad esempio escono dalle questure, i coinvolti in un’operazione portano qualcosa sulle braccia, spesso un indumento o un giornale).

Ma in relazione alle foto dei militari, si ritiene che la scelta di oscurare i loro volti sia soprattutto per tutelare le relative famiglie e perché si trattano pur sempre di indagati e non di condannati.

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