Dopo l’arresto di sei militari e il sequestro di una caserma a Piacenza, il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto «l’immediata sospensione dall’impiego» per i coinvolti nell’inchiesta della procura della città emiliana. Il comando generale – sottolinea una nota dell’Arma – ha contestualmente disposto la «valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico».

In totale, sono dieci, complessivamente, i carabinieri sottoposti a misure e i reati contestati, a vario titolo, sono traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica.

Grazia Pradella, capo della Procura di Piacenza, in una conferenza stampa ha detto: «Faccio a fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito».

«Siamo di fronte a reati impressionanti – ha aggiunto il PM – se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri. Si tratta di aspetti molto gravi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato. Una serie tale di atteggiamenti criminali che ci ha convinto a procedere anche al sequestro della caserma dei carabinieri per futuri accertamenti».

Il PM, però, ha tenuto a precisare che «abbiamo deciso di porre sotto sequestro l’intero stabile della caserma di Levante perché evidentemente ci saranno esigenze investigative che saranno sviluppate. Alla perquisizione della caserma ho stabilito che partecipassero anche tre appartenenti al Ros di Bologna per dare un segnale che un’Arma sana c’è ed è la maggior parte degli appartenenti ai carabinieri».

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