La Giunta delle elezioni e immunità del Senato ha negato la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, per le opinioni espresse su Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, la nave della ONG tedesca impegnata nel soccorso dei migranti.
La Giunta ha negato l’autorizzazione con 10 voti favorevoli – di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – 3 contrari (2 del Partifo Democratico e 1 del MoVimento 5 Stelle) e due astenuti, Ivan Scalfarotto di Italia Viva – Azione e Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi e Sinistra).
L’attuale vicepremier e ministro era oggetto di un’azione legale per diffamazione da parte della comandante della nave Sea Watch, responsabile di un soccorso di migranti nel Mediterraneo e di un ingresso in porto a Lampedusa che aveva portato a una collisione con una motovedetta della Guardia di Finanza. Se l’aula di Palazzo Madama dovesse confermare l’orientamento espresso dalla maggioranza della Giunta, non ci sarà alcun procedimento contro Salvini.
Alessandro Gamberini, l’avvocato che difende Carola Rackete, raggiunto dall’ANSA, ha commentato: “La Giunta evidentemente legittima la libertà di insultare da parte di chi esercita ruoli di potere che non ha niente a che vedere con la libertà di pensiero del deputato, ma depone solo per l’arroganza di chi l’ha invocata e di chi glielo permette”.
Perché Ilaria Cucchi si è astenuta?
Interpellata dall’Ansa, Ilaria Cucchi, che si è astenuta, ha affermato: “Sono consapevole del ruolo istituzionale che ricopro e avendo avuto con l’onorevole Salvini, oggi ministro, numerosi procedimenti come persona offesa e/o indagata per lo stesso titolo di reato, ho ritenuto doveroso astenermi. Una scelta sofferta anche perché sarebbe stato giusto votare contro, cosa che farà il gruppo AVS nel passaggio in aula al Senato. Sono senatrice per le mie battaglie sulla giustizia e non per vendetta”.
Infine, Erika Stefani, senatrice della Lega, ha commentato: “Oggi esiste una guarentigia che copre le opinioni espresse dai parlamentari, al tempo il ministro Salvini era comunque un senatore e le espressioni usate nei confronti della signora Rackete sono espressioni, seppur forti, ma che rientrano in quel modo di esprimere i concetti politici quando ci sono delle forti contrapposizioni. Perciò in Giunta abbiamo sostenuto la relazione di Durnwalder”.
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