«Oggi la nonna di Fede fa il vaccino. E sapete perché? Percheé, dopo le mie stories di critica alla gestione dei vaccini ieri, un addetto alla vaccinazione ha chiamato nonna Luciana chiedendo ‘Lei è la nonna di Fedez? Alle 12 può venire a fare il vaccino».

Così su Instagram Chiara Ferragni che ha aggiunto: «Se ieri ero arrabbiata oggi lo sono ancora di più pensando che nonna Luciana, che aveva diritto a essere vaccinata da mesi, riesce a far rispettare un suo diritto perché qualcuno ha paura che io possa smuovere l’opinione pubblica. E invece le altre nonne che hanno lo stesso diritto e non hanno come faranno? Chiedo il vaccino per tutte loro, per tutte le persone fragili, per tutti coloro i cui diritti fino ad oggi sono stati calpestati».

LA REPLICA

«L’Ats Città Metropolitana di Milano riceve ogni giorno decine di segnalazioni in merito a cittadini over 80 che non sono stati ancora convocati per la vaccinazione anti Covid. Alla luce di verifiche nella maggior parte di casi si tratta di disguidi dovuti ad errori nella compilazione della domanda. Tutte queste persone vengono contattate telefonicamente e convocate per la somministrazione. Nessuno dei nostri operatori ha chiesto alla signora se fosse ‘la nonna di Fedez’». Lo ha scritto l’ATS Milano.

«La somministrazione offerta oggi alla signora citata da Chiara Ferragni – continua la nota – (che ha omesso il comune di residenza nella compilazione dell’adesione, n.d.r.) è avvenuta anche per altri cittadini. Come annunciato si sta concludendo la fase della campagna dedicata alla categoria over 80, quindi si stanno compiendo le ultime verifiche per recuperare tutti coloro che hanno aderito».

Vinicio Peluffo, segretario del Partito Democratico della Lombardia, ha affermato: «Regione Lombardia non riesce proprio a non sbagliare. Nel giorno di avvio senza intoppi, grazie alla piattaforma di Poste e all’intervento del governo, delle prenotazioni delle vaccinazioni per la popolazione di età compresa tra i 75 e i 79 anni, arriva la denuncia indignata di Chiara Ferragni. E così scopriamo che per la Giunta regionale esistono cittadini di serie A e serie B, come se la salute non fosse un bene universale».

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