Non sono pochi i virologi che sostengono che la diminuzione dei casi di coronavirus siano legati non tanto all’indebolimento del Sars-CoV-2 quanto alle misure drastiche per contenere i contagi, come il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine.

Ebbene, stando a uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas, affrontando anche il caso Italia, gli scienziati di diverse istituzioni statunitensi hanno affermato: «Questa sola misura di protezione ha ridotto significativamente – cioè di oltre 78mila – il numero di infezioni» nel nostro Paese dal 6 aprile al 9 maggio.

Anche a New York City, inoltre, l’uso delle mascherine, dal 17 aprile al 9 maggio, avrebbe evitato oltre 66mila casi positivi al Sars-CoV-2.

È stato poi evidenziato dagli scienziati di Texas A&M University, University of Texas a Austin, California Institute of Technology e University of California San Diego, che tale ‘effetto scudo’ determinato dalle mascherine dimostra anche che la trasmissione aerea del Covid-19 «è altamente virulenta e rappresenta la via dominante per diffondere la malattia».

Nel dettaglio, l’analisi dei trend epidemici e degli effetti delle misure di mitigazione adottate a Wuhan in Cina, l’ormai celebre città – focolaio, in Italia a New York City, dal 23 gennaio al 9 maggio 2020, ha permesso agli autori – Renyi Zhang, Yixin Li, Annie L. Zhang, Yuan Wang, e Mario J. Molina – di rilevare che «la differenza con e senza mascherina obbligatoria rappresenta il fattore determinante nel modellare le tendenze pandemiche nei tre epicentri».

E il distanziamento sociale? Per gli studiosi si tratta di una misura che da sola è «insufficiente a proteggere» la popolazione.

La conclusione dello studio: «Indossare le mascherine in pubblico corrisponde al mezzo più efficace per prevenire la trasmissione interumana» di Sars-CoV-2, «e questa pratica non costosa, in combinazione con il distanziamento sociale simultaneo, la quarantena e il tracciamento dei contatti, rappresenta la via probabilmente più efficace per fermare il Covid-19». Fonte: Adnkronos.