Le parole del presidente dell'Emilia Romagna

“Il contagio è più veloce, l’incubo è tornato”, così il governatore Bonaccini

  • Il presidente dell’Emilia Romagna ha palesato molta preoccupazione.
  • Stefano Bonaccini ha detto: «Il contagio è molto più veloce di prima».
  • Bonaccini ha chiesto una svolta sui vaccini.

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, ha affermato: «Il contagio è partito molto più veloce di prima a causa delle varianti. Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta rischiamo di essere travolti. Noi come altre parti d’Italia», aggiungendo che «pare quasi essere un nuovo virus per diffusione e categorie d’età».

Bonaccini ha proseguito così: «Dobbiamo contrastare e circoscrivere il contagio con misure più restrittive su indicazioni che la sanità regionale ci dà. Senza misure la curva continuerebbe a crescere. Rispetto alle precedetti volte le limitazioni della zona arancione classica non bastano più, per come il virus corre rapidamente. Dobbiamo stringere oggi e farlo subito per augurarci di non farlo più dopo».

Quindi, Bonaccini punta sulla zona rossa: «Sono decisioni difficili, me ne prendo tutta la responsabilità. Occorre agire adesso per un pericolo che ha rialzato la testa con le varianti».

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Il presidente dell’Emilia Romagna ha poi detto: «Abbiamo lavorato molto correttamente con Arcuri e lo ringrazio. Credo che venerdì incontreremo il neocommissario, il generale Figliuolo. L’auspicio di tutti è che nel Paese e di conseguenza anche in Emilia-Romagna arrivino molti più vaccini di quelli di prima e una svolta nelle forniture».

Per Bonaccini, quindi, «sono giorni difficili, l’incubo sembra tornare e non finire. Dobbiamo colpire il virus ora. Fa soffrire chiedere agli studenti di rinunciare alle lezioni in presenza, chiedere alle famiglie e alle attività economiche sacrifici enormi. Sento tutta la necessità di intervenire: è un dovere morale mettere al primo posto la tutela delle persone e non vanificare il lavoro di chi lotta nelle corsie degli ospedali».

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