Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7, ha commentato la sospensione della sua carica di presidente del MoVimento 5 Stelle su decisione del Tribunale di Napoli, in seguito al ricorso presentato da alcuni attivisti.

L’ex premier ha spiegato: “C’è un piano politico-sostanziale e uno giuridico-formale, che segna questa sospensione. Sospensione a cui si risponde con un bagno di democrazia. Erano già in programma delle modifiche dello statuto, si aggiungerà una ratifica da parte di tutti gli iscritti, anche quelli da meno di sei mesi, senza aspettare i tempi di un giudizio processuale. Curioso che si era sempre votato così, con il vecchio statuto, e ora viene impedita questa cosa”.

Poi, sulla tensione con l’attuale Ministro degli Esteri, Conte ha detto: “Prima Di Maio andava in piazza per sostenere le nostre battaglie, oggi per esibire una corrente e attaccare la leadership. L’ho sentito per telefono e mi ha detto che è desideroso di esprimere idee e progetti. È vero, un passaggio difficile c’è stato ma l’interesse del Movimento viene sempre prima delle persone. Non è nell’orizzonte delle cose che Di Maio venga espulso ma è ovvio che lui – che è l’ex leader – ha delle responsabilità in più. Una leadership vera non ha mai paura del confronto ma di fronte ad un attacco così plastico, in televisione, non si può fare finta di nulla”.

Conte, poi, ha affermato: “La discussione sul limite di mandati produce maldipancia comprensibili. È un principio forte e un’intuizione giusta e Beppe Grillo lo ha ribadito in un post. Ma resta un principio ispiratore, che la politica non è una professione ma una vocazione. Secondo me questa regola ha un fondamento che va mantenuto, ne vorrei discutere con Grillo, ma ragionerei sul trovare qualche volta delle deroghe… Una deroga a Di Maio? Adesso non personalizziamo, a tempo debito faremo le valutazioni del caso”.

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