È salito a 259 il bilancio delle vittime del Coronavirus in Cina. I contagiati, invece, hanno superato quota 11mila. Lo hanno reso noto le autorità di Pechino. In Italia i casi accertati restano due, la coppia di turisti cinesi ricoverata allo Spallanzani di Roma e le cui condizioni sono state definite «discrete».
Interessante da riportare è l’intervista rilasciata a La Stampa dal virologo Roberto Burioni che ha chiarito molti aspetto che stanno allarmando gli italiani.
CONTATTI CON I CINESI
«I cinesi in Italia sono esposti come tutti gli altri al pericolo di contrarre il virus, che non bada a razza e colore della pelle e che comunque da noi non ha generato alcun focolaio di infezione. […] Per ora abbiano solo due casi prontamente isolati». Non si può parlare di focolaio in Italia perché «dovremmo avere casi di ‘infezione secondaria’, ossia di persone che hanno contratto il virus senza provenire dalle zone dove in Cina è propagata l’epidemia». Ma questo non è successo.
CORONAVIRUS CONTAGIOSO MA TASSO DI MORTALITÀ BASSO
«È importante identificare al più presto chi ha avuto contatti stretti con la persona contaminata e tenerla in isolamento e sotto osservazione fino all’esito negativo del test», ovvero il solo modo per impedire che l’infezione si diffondi. «Questo coronavirus è piuttosto contagioso, pur avendo un tasso di mortalita’ del 3%, più basso della Sars che era del 10%», ma «è sbagliato giudicare solo da questo la sua pericolosità», per cui «non bisogna fare inutile allarmismo ma nemmeno abbassare la guardia».
COME AVVIENE IL CONTAGIO
Il contagio avviene solo toccando una persona infetta «perché dopo aver starnutito o tossito sul suo corpo possono depositarsi goccioline minuscole di saliva e se noi tocchiamo quella persona e poi portiamo le mani alla bocca ci esponiamo a rischio di contagio». Quindi, Burioni consigia di «lavare spesso e bene le mani». La trasmissione del virus «avviene sempre per via respiratoria e mai attraverso il cibo, anche se crudo». Pertanto, il virologo invita ad andare «serenamente al ristorante cinese».
IL VACCINO
Burioni ha raccomandato di vaccinarsi anche contro l’influenza «non perché immunizzi anche dal coronavirus ma per il fatto che proteggendoci dall’influenza, che dà sintomi simili, il vaccino consente di non generare confusione». Il vaccino specifico, poi, «non è detto che lo si trovi» e «ci vuole tempo per svilupparlo e commercializzarlo». Quindi, al momento l’epidemia si ferma isolando chi ha contratto il virus.
LE MASCHERINE
Le mascherine «non forniscono alcuna protezione dal coronavirus» ma servono «a non far diffondere il virus da parte di chi lo ha già contratto”.
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