Come previsto, anche la terza giornata di votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica si è chiusa con una fumata nera ma con alcune differenze.
Sì, perché è sceso il numero delle schede bianche (oggi 422) e c’è stata l’ascesa di qualche candidatura politica che sa di chiaro messaggio. In primis, da non trascurare i 125 ottenuti da Sergio Mattarella, Capo dello Stato ‘uscente’ a cui potrebbe essere chiesto il ‘sacrificio’ di accettare il bis nel caso in cui le forze politiche non riuscissero a convergere su un nome condiviso (e questa sarebbe senza dubbio una sconfitta per tutto il Parlamento).
Poi, ci sono stati i 114 voti andati a Guido Crosetto, ex deputato (e deus ex machina) di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni aveva annunciato che non avrebbe optato per la scheda bianca ma per il voto a Crosetto perché “il Presidente della Repubblica dovrebbe essere eletto direttamente dal popolo. Lo stallo di questi giorni è un insulto agli italiani. Oggi FDI in Parlamento vota Crosetto, per smuovere le acque di questo stallo politico. Persona capace, onesta e gradita a molti italiani per bene”, come ha scritto la leader su Twitter. Però, Crosetto ha ottenuto quasi il doppio del consenso previsto, dal momento che sono 61 gli elettori di FDI.
Anche il candidato degli ex Cinquestelle, Paolo Maddalena, ha aumentato i consensi a 62: ieri è fermato a quota 39. 51, invece, i voti per Pier Ferdinando Casini, uno de papabili e citato oggi da Matteo Renzi, leader di Italia Viva, desideroso che si trovi presto un accordo politico (e auspicando che presto saranno gli italiani a scegliere direttamente il Capo dello Stato), magari anche con la convergenza sull’attuale premier Mario Draghi (ma al MoVimento 5 Stelle non piace, Giuseppe Conte lo ha ribadito, dicendo che deve starsene al suo post, a Palazzo Chigi).
Tirando le somme, al terzo scrutinio, in totale, hanno partecipato 978 grandi elettori: e schede nulle sono state 22 e quelle disperse 84.
Insomma, la situazione è in stallo. Da un lato c’è il centrodestra che, da domani, visto che sarà sufficiente il 50% più uno della preferenze per eleggere il nuovo Capo dello Stato, potrebbe palesare ancora di più l’opzione Maria Elisabetta Casellati (con il segretario del Partito Democratico Enrico Letta che, però, ha già parlato di mossa subdola e mai accaduta nella storia della Repubblica perché si sta sempre parlando della presidente del Senato); dall’altro c’è il centrosinistra che potrebbe ‘imbarazzare’ Salvini & Co. con la proposta di Casini (che ha fatto parte anche dell’altro schieramento, non va dimenticato).
E infine, come scritto, l’ipotesi della riconferma di Mattarella che sa di schiaffo sul volto di tutti… L’appuntamento è per domani mattina, alle 11.
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