Negli Stati Uniti d’America un uomo di 30 anni ha spiegato in un podcast pubblicato sul sito Slate che, dopo essere stato colpito da una grave forma di Covid-19, il suo pene si è rimpicciolito di almeno quattro centimetri. “Sarebbe legato al danno vascolare causato dalla malattia e i miei medici dicono che probabilmente è permanente”, ha affermato l’uomo, colpito anche nella sua autostima.

Charles Wellivern, urologo e direttore della Men’s Health presso l’Albany Medical College negli USA, ha spiegato che, quando gli uomini soffrono di disfunzione erettile, può avvenire un restringimento. Inoltre, quando “il pene non si allunga per un certo periodo e non riceve il sangue necessario, può succedere l’accorciamento”, ha detto anche l’urologa americana Ashley G. Winter.

Questo sintomo, che può far sorridere, è preso sul serio dai medici che hanno approfondito l’argomento dei disturbi erettili a seguito del contagio da Covid-19. In uno studio pubblicato a marzo 2021 sulla rivista Andrology, un team di ricercatori italiani ha seguito 100 uomini sessualmente attivi, 75 dei quali erano stati infettati dal Covid-19. Ebbene, negli uomini contagiati da SARS COV-2, gli esperti hanno riscontrato “una maggiore prevalenza di disfunzione erettile in quelli colpiti dal coronavirus”. Inoltre, hanno suggerito che la vaccinazione e le misure di distanziamento potrebbero “prevenire le disfunzioni sessuali”.

Infine, gli urologi britannici hanno invitato gli uomini a rispettare le misure di barriera e a farsi vaccinare perché hanno una probabilità sei volte maggiore di sviluppare la disfunzione erettile a causa dell’infezione da Covid-19.

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