L’età mediana dei casi di Covid-19 diagnosticati nell’ultima settimana in Italia è ormai intorno ai 40 anni. Lo ha riportato una analisi dei dati relativi al periodo 3 – 9 agosto 2020, diffusa dal Ministero della Salute.

Questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un minore coinvolgimento delle persone anziane, in parte a un aumento tra i casi importati e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening e ricerca dei contatti in fasce di età più basse. «Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari», ha proseguito il report.

L’aumento dei contagi da Covid-19 a livello nazionale è soprattutto in persone asintomatiche: «L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici riferito al periodo 23 luglio-5 agosto 2020, è pari a 0,96 (0,75-1,2). Questo indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attivitàdi screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane», ha proseguito il report.

Inoltre, l’analisi riporta che in Italia, oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione da Covid-19, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine: questo dimostra che nel nostro paese l’epidemia di Covid-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica rimanga estremamente fluida e a rischio di peggioramento.

Comunque, in nessuna delle Regioni italiane sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono prontamente identificati ed indagati. Nel dettaglio, diceci Regioni hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati. «Va tuttavia precisato che in alcune di queste Regioni/Ppaa, seppure in aumento, il numero complessivo dei nuovi casi diagnosticati è basso (inferiore a 10 casi diagnosticati a settimana o con incidenza settimanale inferiore a 1/100.000)» ha proseguito il report.

Infine, per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati nella settimana 3 –  9 agosto 2020 hanno contratto l’infezione 2 –  3 settimane prima, ovvero prevalentemente nella seconda metà di luglio: «Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti».

 

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