Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri, intervenendo all’Accademia dei Lincei, ha affermato: «È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l’emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all’economia del Paese».

Il premier ha anche detto che «non tutte le politiche di bilancio espansive sono uguali. Oggi, dobbiamo puntare in particolare sugli investimenti, che permettono un rilancio della domanda e un miglioramento dell’offerta».

«Il governo – ha continuato – ha già cominciato a farlo, con la presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Commissione Europea la settimana scorsa. Gli investimenti previsti nel piano servono a superare le carenze nelle infrastrutture – fisiche e digitali – che si sono accumulate negli ultimi decenni. È questa la ragione per cui l’Italia non ha avuto esitazioni a fare pieno uso di tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione, sia le sovvenzioni, sia i prestiti».

Draghi ha anche annunciato che «le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del Pil quest’anno in Italia e nell’Ue del 4,2%. Credo che queste stime verranno riviste al rialzo, anche in maniera significativa».

Infine, il premier ha affermato che «il reinserimento dei lavoratori dopo i traumi della crisi non è immediato. Il governo continua a sostenerli, come ha fatto in questi due anni».

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