• Qual è il rischio per chi è stato contagiato dal coronavirus in caso di vaccino?
  • La risposta in uno studio pubblicato il 6 gennaio scorso su Science.

Uno studio condotto dal laboratorio di virologia e dal servizio di medicina del lavoro dell’Ospedale universitario di Tolosa, in Francia, ha riportato che l’immunità naturale dopo una prima infezione di Covid-19 dura almeno 6 mesi per il 96,7% dei pazienti.

Il 6 gennaio scorso uno studio pubblicato sulla rivista Science ha stimato che questa immunità dura almeno 8 mesi e potrebbe anche continuare per diversi anni. Quindi, stando a quest’ultima ricerca, quasi tutte i contagiati alla data di oggi sarebbero immuni all’infezione.

Ora, come riportato su PourquoiDocteur.fr, indipendentemente dalla tecnologia, l’obiettivo del vaccino è quello di far produrre all’organismo anticorpi in grado di riconoscere le particelle virali.

Questo meccanismo si verifica anche nelle persone che sono state in contatto con il virus: sorge, quindi, la domanda se sia appropriato vaccinarle e se questa vaccinazione possa comportare rischi per la loro salute.

Alcuni dati preliminari di vari studi clinici hanno fornito le prime indicazioni. La Haute Autorité de Santé (HAS) a PourquoiDocteur.fr ha affermato: «Dopo la prima iniezione, i ricercatori si sono resi conto che alcuni volontari asintomatici erano già stati infettati. Sono stati esclusi dalla sperimentazione ma sono stati ugualmente monitorati e non sono stati rilevati effetti negativi». L’HAS, infatti, sta conducendo studi per studiare gli effetti della vaccinazione sulle persone già contagiate.

Inoltre, la Società francofona di patologia infettiva (SPILF) ha pubblicato un rapporto l’11 gennaio scorso in cui ha confermato questa prima tendenza circa l’assenza di rischio per le persone infette se vaccinate. Si legge: «Gli studi clinici di fase 3 di Pfizer-BioNTech e Moderna hanno pochi dati riguardo al rischio di vaccinare una persona che ha avuto una precedente infezione da SARS-CoV-2», aggiungendo che «il rischio, anche teorico, in queste persone sembra estremamente basso».

La HAS ha raccomandato, poi, un periodo di tre mesi tra la fine dei sintomi e la vaccinazione per i pazienti sintomatici. L’obiettivo è escludere il Covid-lungo.

Comunque sia, si ritiene che anche se contagiate dal coronavirus, a prescindere che siano sintomatiche o asintomatiche, queste persone possano trarre beneficio dal vaccino che, nel peggiore dei casi, sarà inutile (ma è, a priori, sicuro per la salute».

Jacqueline Marvel, immuloga, ha affermato: «Poiché la persona è già infetta, ha già sviluppato gli anticorpi che il vaccino ha il ruolo di indurre, quindi probabilmente non lo aiuta la vaccinazione».

Lo stesso vale per le persone senza sintomi: «La parola asintomatica comprende diversi tipi di persone: quelle in incubazione che svilupperanno i sintomi in seguito e quelle che non hanno davvero sintomi». Nel primo caso si tratta di persone con un’immunità preesistente che consente loro di neutralizzare il virus. Se vengono immunizzati con un vaccino, si rafforza l’immunità preesistente. Nel secondo caso, il vaccino aiuterà a sviluppare una risposta immunitaria più rapida: «In ogni caso, non ci saranno effetti deleteri».