Il vaccino non è stato ancora sviluppato e si spera che ci possano essere buone notizie entro la fine della anno.
Intanto, in un’intervista rilasciata a Repubblica, Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute, ha spiegato che «i primi a ricevere il vaccino saranno i lavoratori della sanità. E poi le persone a rischio, per età o perché colpite da certe patologie, e le forze dell’ordine». Dopo, invece, toccherà a tutti gli altri.
Ricciardi, per conto dell’Italia, insieme a Francia, Germania, Olanda, ha curato l’accordo con AstraZeneca per 400 milioni di dosi del vaccino in via di sviluppo (quindi, deve dimostrarsi ancora efficace). Ci saranno altri accordi, ad esempio con Johnson&Johnson.
Tuttavia, perché AstraZeneca? «Il loro è il vaccino in fase di sperimentazione più avanzata, cioè nella 2. Lo stanno provando su 10 mila volontari. Rispetto agli altri gruppi che lavorano sullo stesso obiettivo hanno almeno sei mesi di vantaggio».
In realtà, negli Stati Uniti d’America c’è l’azienda farmaceutica Moderna che è passata alla fase tre.
Ricciardi, comunque, ha spiegato: «Anche se in questo momento nessuno può dire al 100 per cento che arriveranno in fondo, se lo faranno potremo avere le prime dosi alla fine di quest’anno. Produrremo qui il vaccino. E l’accordo con Germania, Francia e Olanda ci consentirà di non restare indietro. Partecipiamo alle spese per la ricerca e a quelle per la produzione. Alla fine otterremo le dosi a prezzo di costo».
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