Con il miglioramento dell’andamento dell’epidemia in Italia, soprattutto sul versante dei ricoveri e dei posti occupati in terapia intensiva, si va verso il ripristino delle visite dei parenti in ospedale per 45 minuti al giorno dal 10 marzo.
Questo è quanto richiesto da un emendamento con prima firmataria Annamaria Parente (Italia Viva), con Davide Faraone, al DDL di conversione del DL 221/2021 oggi in aula al Senato.
“L’emendamento da noi presentato, che prevede il ripristino delle visite dei familiari nei reparti di degenza e la garanzia minima di 45 minuti al giorno di tempo, è stato approvato in Commissione Affari Sociali con una riformulazione del Governo che prevede l’entrata in vigore dal 10 marzo, per dar tempo ai direttori sanitari di organizzarsi” , ha spiegato Parente all’Ansa.
“Con questo emendamento – ha precisato Parente, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato – abbiamo colto le istanze di tante associazioni e persone singole, che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo. Se, infatti, tanti direttori sanitari hanno riaperto l’accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari, molti altri non lo hanno fatto. Fino ad oggi l’accesso ai familiari è consentito solo in sale d’attesa e con durate molto variabili, ma comunque brevi, nonostante vi siano state esperienze positive di aperture senza che ne siano scaturiti cluster. Era necessaria una norma che facesse chiarezza e ristabilisse uniformità”.
L’accesso “sarà previsto, con le stesse misure previste per le RSA”, cioè oltre, alla mascherina FFP2, sarà necessaria una certificazione che mostri l’avvenuto completamento del ciclo di vaccinazione primario più guarigione (con tampone) oppure il completamento del ciclo di vaccinazione primario e dose booster (senza tampone).
“Stasera – ha concluso la senatrice Parente – dovrebbe esser previsto il voto in aula del testo, che dovrà poi passare all’altro ramo del Parlamento. Il decreto è in scadenza il 22 febbraio, quindi avrà un iter abbastanza veloce”.
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