Nel giorno in cui, a quanto pare, starebbe rientrando la crisi ucraina, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ai giornalisti ha raccontato che “a volte” il presidente Vladmir Putin “scherza” sugli allarmi diffusi dagli Stati Uniti d’America e dall’Occidente sull’invasione russa e “ci chiede di controllare se hanno pubblicato l’ora esatta in cui comincerà la guerra”.

“Per noi – ha aggiunto – è impossibile capire la follia di questa informazione maniacale” da parte degli americani.

Eppure, in conferenza stampa da Bruxelles, Jens Stoltenberg, ha affermato che “non abbiamo ancora visto nessuna de-escalation, un miglioramento, un segno di riduzione ai confini con l’Ucraina” da parte della Russia, “ma continueremo a monitorare la situazione e seguiremo da vicino ciò che avviene”, sottolineando che de-escalation significa “ritiro significativo e duraturo di forze, truppe e, non ultimo, equipaggiamento pesante”.

“I segnali che arrivano da Mosca sono di disponibilità a impegnarsi negli sforzi diplomatici, e questa è una ragione per un maggiore ottimismo. Ma seguiremo da vicino anche gli aggiornamenti sul campo per vedere se ci sarà un impatto”, ha proseguito Stoltenberg.

Inoltre, la NATO “sta rispondendo alla crisi attuale in e attorno all’Ucraina incrementando la sua presenza nella parte orientale dell’Alleanza” e sta anche prendendo in considerazione “un aggiustamento a lungo termine della sua presenza a Est, ad esempio con un battaglione in Romania“.

Infine, Stoltenber ha rimarcato che Russia e Cina sono sempre più vicine: “Sono due regimi autoritari che non condividono il nostro sistema di valori, vogliono un mondo dove i grandi Paesi decidono il destino di quelli più piccoli, senza riconoscere le loro scelte sovrane: lo hanno detto chiaramente nella loro nota comune”.

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