L'editoriale dell'ex presidente della Banca Centrale Europea

“Più debito pubblico”, la ricetta di Mario Draghi per evitare il collasso economico

Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea (2011 – 2019) ed ex Governatore della Banca d’Italia (2005 – 2011), ha scritto un’editoriale sul Financial Times che oggi è al centro della discussione politica.

«EUROPA BEN EQUIPAGGIATA MA SERVE UNA RISPOSTA POLITICA RAPIDA»

Secondo Draghi, «l’Europa è ben equipaggiata» nella sfida contro il coronavirus e il conseguenze schock economica ma occorre «una risposta politica rapida» e un «cambio di mentalità».

L’economista ha scritto che «l’Europa ha una struttura finanziaria capillare in grado di incanalare i fondi verso ogni settore dell’economia che ne ha bisogno. Ha un settore pubblico forte in grado di coordinare una risposta politica rapida» ma «la velocità è assolutamente essenziale per l’efficacia. Di fronte a circostanze impreviste, un cambiamento di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra». Ciò perché «lo shock che stiamo affrontando non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di nessuno di coloro che ne soffrono. Il costo dell’esitazione può essere irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei negli anni ’20 è un ammonimento».  Per Draghi «la velocità del deterioramento dei redditi privati deve essere affrontata con la tessa velocità nello schierare i bilanci pubblici, mobilitare le banche e, in quanto europei, sostenersi a vicenda nel perseguire quella che è evidentemente una causa comune».

Leggi anche

Emergenza Coronavirus, cittadini e imprese in ginocchio, “Adesso condono fiscale senza limiti”

Draghi ha anche detto che «la risposta deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato».

«MOBILITARE SUBITO L’INTERO SISTEMA FINANZIARIO»

Draghi ha affermato che «diversi governi hanno già introdotto misure positive per incanalare la liquidità verso le imprese in difficoltà. Ma è necessario un approccio più globale», rimarcando che i diversi paesi europei hanno diverse strutture finanziarie e industriali, e l’unico modo efficace per intervenire immediatamente su ogni falla dell’economia è mobilitare completamente i loro interi sistemi finanziari: mercati obbligazionari, principalmente per le grandi imprese, sistemi bancari e in alcuni paesi anche il sistema postale. Tutto questo «deve essere fatto immediatamente, evitando ritardi burocratici».

Leggi anche

Contagio da Coronavirus in Sicilia, 1095 attualmente positivi, 159 in più di ieri, 68 in intensiva, 33 deceduti

«LE BANCHE PRESTINO SOLDI A COSTO ZERO ALLE IMPRESE»

Per l’ex presidente della BCE la crisi determinata dal Covid-19 va superata con le «banche in particolare» che creano «denaro istantaneamente consentendo scoperti di conto corrente o aprendo linee di credito». «Le banche – ha aggiunto – devono prestare rapidamente fondi a costo zero alle imprese disposte a salvare posti di lavoro». In questo modo le banche diventano un «veicolo per le politiche pubbliche», e «il capitale che serve per svolgere questo compito deve essere fornito dal governo sotto forma di garanzie statali su tutti gli ulteriori scoperti o prestiti». E «né la regolamentazione né le regole di garanzia dovrebbero ostacolare la creazione di tutto lo spazio che serve ai bilanci bancari per questo scopo».

LE REAZIONI

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a Circo Massimo su Radio Capital, ha affermato che «la lettera di Draghi al Financial Times andrebbe letta e imparata a memoria. Le idee che Mario Draghi ha espresso sono le idee giuste. Va ascoltato». E ancora: «Draghi dice cose sacrosante, le sue idee espresse sul Ft sono giuste, sul domani la penso come lui: c’è bisogno di schemi nuovi, nulla sarà come prima. Siamo in una fase oggettivamente eccezionale, oggi abbiamo il compito di affrontare questa emergenza sanitaria che non durerà una settimana, ma forse ragionevolmente mesi, qualche anno e con cui dovremo convivere».

Matteo Salvini, leader della Lega, a Radio Anch’io, ha detto: «Sono contento che una voce così autorevole come Draghi ci dia ragione. In un momento di emergenza fare debito per aiutare lavoratori e cittadini non è una bestemmia. Vuol dire che non eravamo così matti».

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, a 24 Mattino su Radio24: «Dobbiamo aumentare i fondi per gli ammortizzatori sociali, ordinari e in deroga, e dobbiamo aumentare le risorse per il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: oggi questo fondo è previsto nel ‘Cura Italia‘, ma con tantissimi vincoli e risorse insufficienti. Noi pensiamo, come ha scritto Mario Draghi sul Financial Times, che non bisogna distinguere tra piccole, medie o grandi imprese. Noi dobbiamo salvarle tutte, perché se non salviamo le imprese creeremo una disoccupazione enorme, e poi dovremo sovvenzionare chi resta senza lavoro. Questo risultato lo si può conseguire in questa fase solo facendo nuovo debito pubblico: le parole di Draghi da questo punto di vista sono la via maestra. E sono parole importanti perche’ si collocano fra il fallimento della riunione dell’Eurogruppo e il nuovo vertice dei capi di Stato e di governo dell’area Euro».

Emanuele Fiano, deputato del Partito Democratico, a Radio Cusano Campus: «È evidente quello che anche ieri ha detto Draghi, cioè che serve un’iniezione di liquidità straordinaria, serve che le imprese possano essere garantite dagli Stati. Succederà che noi aumenteremo di molto i debiti nazionali, ma lo facciamo perché nessuno deve essere lasciato indietro. Olanda e Germania contro i coronabond? È un senso di non compiuta realizzazione dell’idea di solidarietà che sta alla base dell’Europa. Suggerisco ai tedeschi di essere prudenti sulle loro capacità di autofinanziamento. Le economie sono interconnesse, se loro fanno crollare il mercato italiano, francese e spagnolo ci rimetteranno. Ci sono Paesi  che non vogliono la socializzazione del debito europeo, invece noi pensiamo esattamente il contrario, se non ora quando?».

Leggi l'articolo completo