Guardiamo tutti dal basso verso l’alto. Non è solo una condizione geografica, ma il risultato di “Ecosistema Urbano”, la ricerca sulla vivibilità ambientale di Legambiente in collaborazione con l’istituto di ricerche Ambiente Italia e il Sole 24 Ore, che ha poi sviluppato una classifica sui capoluoghi italiani rispetto a qualità dell’aria, gestione delle acque e dei rifiuti, energia, mobilità e trasporto pubblico.

Dai risultati appare netto il divario tra Nord e Sud. Verbania, Trento, Belluno, Bolzano, Macerata e Oristano guidano la classifica, in fondo la Sicilia che mette a segno le performance peggiori: Catania (100), Palermo (102), Agrigento (103) e Messina (104).

La migliore è Ragusa (74), seguono poi Enna (76),  Trapani (87), Siracusa (92) e Caltanissetta (95).

L’analisi, giunta alla 22esima edizione, spiega che in generale, ad andare meglio sono le città piccole, sotto gli 80mila abitanti, segnalando che si fa fatica a “rinnovarsi in chiave sostenibile, con qualche passo in avanti sul fronte della raccolta dei rifiuti e delle energie rinnovabili, ma ancora al palo sui trasporti pubblici”.

Significativo il giudizio sul trasporto pubblico: “i viaggi effettuati con il servizio di trasporto pubblico in media fanno registrare complessivamente un lieve calo. Tra le grandi città spicca solo Venezia che cresce ancora (629 viaggi per abitante annui, erano 592 l’anno passato). Milano cala (457 viaggi per abitante all’anno rispetto ai 474 dello scorso anno), mentre Catania, Messina, Palermo e Taranto non raggiungono i 50 viaggi per abitante all’anno”.

Salgono dai sette dalla passata edizione ai nove di quest’anno i capoluoghi nei quali le perdite della rete idrica sono pari o inferiori al 15% dell’acqua immessa, mentre sono dodici (erano 16 lo scorso anno) le città nelle quali le perdite sono superiori al 50% e fra queste anche Catania e Palermo.