Domenica 25 settembre ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano (e di quello regionale).
Il sistema elettorale attuale, di tipo misto, è il cosidetto Rosatellum Bis, basandosi sulla legge Rosato (dal nome di Ettore Rosato di Italia Viva) che, nel 2018, ha sostituito l’Italicum (legge Calderoli).
In sintesi, il sistema prevede che un terzo dei seggi di Camera e Senato siano assegnati con il sistema maggioratorio (37%) e il restante 61% con quello proporzionale con diverse clausole di sbarramento. Le candidature per quest’ultima componente sono presentate nell’ambito di collegi plurinominali, a ognuno dei quali spetta un numero prefissato di seggi. Il rimanente 2%, invece, è destinato a otto deputati e quattro senatori che devono essere prescelti dai cittadini italiani residenti all’estero, come previsto dalla Costituzione.
Da rimarcare che si andrà a votare per un Parlamento che, ai sensi della legge costituzionale del 19 ottobre 2020, prevede una Camera con 400 deputati e un Senato con 200. Quindi, alla Camera saranno assegnati 148 collegi uninominali con il sistema maggioratorio e 244 con il metodo proporzionale. Al Senato 74 con i collegi uninominali e 122 con il proporzionale.
Per eleggere un rappresentante, i partiti dovranno ottenere almeno il 3% dei voti su base nazionale, mentre una coalizione dovrà raggiungere la soglia del 10%. Per le liste relative alle minoranze linguistiche, invece, la soglia è al 20% nella regione di riferimento.
Inoltre, l’elettorato attivo per Palazzo Madama è passato a 18 anni così come per Montecitorio. L’elettore, infine, dovrà votare una coalizione con una lista bloccata di candidati e non dispone né del voto di preferenza né del voto disgiunto.
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