Dopo lo stop al patto tra Azione e Partito Democratico, si parla di terzo polo ma Carlo Calenda, al TG5, non si è sbilanciato: “Sto lavorando a una cosa sola, a costruire un programma solido”, sottolineando che “da noi gli elettori non avranno programmi irrealizzabili ma solo cose da fare per l’italia”.
Sempre Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, ha ribadito di avere informato per tempo il segretario del Partito Democratico Enrico Letta: “Sapeva che non sarei stato nell’alleanza se si fosse siglata con Fratoianni, Bonelli e Di Maio“.
“Il PD poteva scegliere tra fare l’ammucchiata ‘contro’ e fare un progetto politico serio, alla fine ha scelto l’ammucchiata contro – ha detto Calenda – e l’ammucchiata contro perderà”. E ancora: “All’inizio di questo percorso quello che avevo detto a Enrico era che io ero contrarissimo all’idea che entrassero tutti questi e che comunque se li voleva doveva essere in grado di controllarli e governarli, invece, dal primo minuto questi hanno cominciato a dire: l’agenda Draghi non esiste, i termovalorizzatori non li vogliamo, i rigassificatori nemmeno, Calenda va rieducato”.
Calenda non ha poi escluso un dialogo con Matteo Renzi: “Adesso il mio obiettivo principale è far partire la raccolta delle firme e contemporaneamente cercare di avere chiarezza sulla questione del logo”. Tuttavia, se ci fosse un’alleanza tra Azione e Italia Viva, non sarebbe necessaria la raccolta firme: “Se io andassi con Renzi non ne avrei bisogno, sicuramente ci incontreremo e parleremo”.
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