Un paziente ricoverato presso l’Ospedale San Luca di Lucca dopo il rientro dal Congo con sintomi influenzali è stato dimesso il 3 dicembre scorso. Il Ministero della Salute ha dichiarato che il paziente è guarito, ma continuerà a monitorare la situazione per garantire la sicurezza pubblica.
Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero, ha spiegato: “Abbiamo ricevuto dall’Istituto superiore di sanità (ISS) la segnalazione che presso l’Ospedale San Luca di Lucca è stato ricoverato un paziente di rientro dal Congo con sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile a quella descritta negli ultimi giorni nel Paese africano”.
Il monitoraggio continuo del Ministero della Salute
Il Ministero ha confermato che i campioni prelevati dal paziente verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità. Campitiello ha aggiunto: “Il ministero sta procedendo con i dovuti accertamenti e i campioni prelevati verranno prontamente analizzati”.
L’Ospedale San Luca, in costante contatto con il Ministero, sta seguendo protocolli di sorveglianza per garantire che eventuali ulteriori casi possano essere gestiti tempestivamente.
L’epidemia in Congo: un allarme ridimensionato
Dall’Africa, le notizie ufficiali sembrano ridimensionare l’allarme iniziale. Secondo il Ministero della Sanità congolese, l’epidemia è attiva da oltre 40 giorni e ha provocato 70 decessi, di cui 27 confermati in strutture sanitarie e 44 nei villaggi limitrofi, spesso privi di cure mediche adeguate.
Il tasso di mortalità è stimato intorno all’8%, una cifra relativamente contenuta rispetto ad altre emergenze sanitarie nella regione. Gli esperti ritengono che l’epidemia possa essere contenuta, nonostante le difficoltà logistiche causate dalla posizione remota della zona interessata e dalla stagione delle piogge.
Difficoltà di accesso alla regione colpita
L’area principale dell’epidemia si trova a Panzi, una regione remota nel Congo meridionale. La distanza da infrastrutture principali, come il piccolo aeroporto di Kenge, e la mancanza di strade dirette rendono complicato raggiungere la zona. In condizioni climatiche avverse, possono essere necessarie fino a 24 ore per coprire la distanza tra la capitale Kinshasa e la regione di Kwango, dove si concentra l’epidemia.
Inoltre, la regione è colpita dal conflitto Yaka-Teke, con le milizie Mabondo attive a nord di Kenge, ostacolando ulteriormente gli interventi sanitari.
Prospettive di contenimento dell’epidemia
Nonostante le difficoltà, il Ministero della Sanità congolese ha inviato team tecnici equipaggiati per contenere l’epidemia. Al momento, non ci sono segnalazioni di un’espansione significativa del contagio, il che alimenta un cauto ottimismo tra gli esperti.
Prevenzione e sicurezza in Italia
L’episodio di Lucca evidenzia l’importanza dei protocolli di prevenzione e monitoraggio in Italia. Sebbene il paziente dimesso non presenti più sintomi, l’Istituto Superiore di Sanità continuerà a indagare per escludere rischi.
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