Andrea Crisanti, virologo, consulente del governatore del Veneto Luca Zaia, intervistato da La Stampa, ha affermato: «Tutto ciò che aumenta i contatti tra persone comporta un rischio, che diventa più accettabile con il calo dei contagi. L’epidemia non è finita e possono crearsi altri focolai».

«La fase due – ha aggiunto l’esperto – è un terreno inesplorato per cui servono prudenza, tamponi mirati per diagnostica e sorveglianza, e prontezza nel creare microzone rosse. Tra una settimana avremo i primi dati sulla fase due per decidere. Se i casi saranno ancora in diminuzione si potrebbe riaprire ovunque, ma suggerirei prudenza ad alcune regioni». Per Crisanti, infatti, «ci sono regioni, anche al Sud, meno organizzate di altre. Sento che si lavora per preparare i territori, ma ci vuole tempo. Per questo raccomando le microzone rosse come soluzione di emergenza per imporre il distanziamento sociale ed eventualmente chiedere l’aiuto delle regioni vicine per fare più tamponi possibile».

Ad esempio, per quanto concerne Lombardia e Piemonte, Crisanti aspetterebbe qualche settimana prima di dare il via libera alle riaperture. Per il virologo (professore ordinario di Microbiologia a Padova dopo una lunga esperienza all’Imperial College di Londra), poi, la seconda ondata sarà «ridotta in Italia» ma potrebbe tornare dall’estero, per cui «bisogna controllare gli aeroporti, tracciare chi arriva e fare tamponi mirati. Servono accordi internazionali».

Poi, sulle misure adottate nella fase due, Crisanti ha detto: «Negli ospedali con queste misure non si è infettato più nessuno. Se tutti si impegnano si può essere ottimisti. In particolare i giovani devono pensare che c’è gente che ha lavorato mesi per uscire dall’emergenza». E sulle messe, che ripartono dal 18 maggio: «Con il distanziamento non vedo problemi, magari senza strette di mano e comunione».

Infine, a proposito dei nuovi contagiati meno gravi dei precedenti, Crisanti ha affermato: «La popolazione sensibilizzata si presenta a uno stadio iniziale della malattia dai medici, che ora ne sanno di più, e le nuove infezioni avvengono con una carica virale minore, proveniente dai pochi contagiati in giro e filtrata da mascherine».

Articoli correlati