Un funzionario di Kiev, citato dal New York Times, ha ammesso che le esplosioni di oggi in un aerodromo militare russo in Crimea sono state causate da un attacco ucraino.

Un’ulteriore conferma è il tweet di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky: “Il futuro della Crimea è di essere la perla del mar Nero, un parco nazionale con una natura unica e un resort mondiale. Non una base militare per i terroristi. È solo l’inizio”.

Come reazione, Sergei Aksyonov, capo della penisola ucraina annessa alla russia, ha prororgato fino al 24 agosto il livello giallo di minaccia terroristica nel nord della Crimea. Su Telegram, infatti, si legge che, “per garantire la sicurezza e la protezione antiterroristica della Repubblica di Crimea e dei suoi cittadini, dalle ore 20.00 del 9 agosto 2022 alle ore 20.00 del 24 agosto 2022, sarà in vigore un livello elevato (“giallo”) di minaccia terroristica: nei distretti urbani di Armyansk, Dzhankoy, Krasnoperekopsk e Dzhankoysky e distretti di Krasnoperekopsky“.

Per quanto concerne l’obiettivo colpito, l’aeroporto militare di Saki, che si trova vicino a Novofedorovka, è uno dei due scali usati in Crimea dall’esercito russo per effettuare gli attacchi nell’Ucraina meridionale. Lo ha spiegato l’analista militare ucraino Vladislav Seleznev. In particolare, tale aeroporto è usato in particolare come deposito, dove vengono immagazzinati missili e bombe.

Dal canto suo, il Ministero della Difesa russo smentisce che le esplosioni all’aerodromo siano di natura dolosa: “Solo una violazione delle norme di sicurezza contro gli incendi viene ritenuta la principale causa dell’esplosione di diverse munizioni all’aerodromo di Saki”. La stessa fonte dice che “non c’è alcun segno, indizio, né tantomento prova di impatto intenzionale sulle munizioni con l’obiettivo di farle saltare in aria”.

Il bilancio della deflagrazione è di un morto e sei feriti, tra cui un bambino, come riferito dal ministero della Salute della Crimea.