• Fabrizio Corona torna in carcere. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano.
  • Fabrizio Corona si trova ricoverato in ospedale dopo gli atti di autolesionismo.
  • Lanciata una petizione online per chiedere la liberazione del fotografo siciliano.

Ieri, giovedì 11 marzo, i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno deciso il ritorno in carcere di Fabrizio Corona.

Oggi, sul profilo Instagram dell’ex paparazzo dei VIP, si legge che «l’avvocato Cristina Morrone è appena andata all’ospedale Niguarda di Milano, nel reparto di psichiatria 2. Ci ha riferito che Fabrizio sta facendo lo sciopero della fame e della sete e che lo continuerà fino a quando non gli verrà data la possibilità di parlare con la dottoressa Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza».

Inoltre, come comunicato dal legale Ivano Chiesa, è stata anche una lanciata una petizione per chiedere la liberazione di Fabrizio Corona: «Fatelo in tanti, Fabrizio ne ha bisogno».

Il fotografo siciliano, 46 anni, resta ricoverato al reparto psichiatrico dell’ospedale maggiore di Milano dopo il gesto di autolesionismo compiuto ieri quando la polizia è andata a prelevarlo a casa per portarlo in carcere. Si è, infatti, procurato tagli alle braccia, ha inveito contro gli agenti, e ha anche sfondato il vetro dell’ambulanza che era andata a soccorrerlo.

Ivano Chiesa ha raccontato, a tal proposito, che «Fabrizio Corona ha dato in escandescenze quando lo stavano portando in carcere perché gli agenti di polizia che sono arrivati a casa sua hanno cercato di sequestrargli il cellulare senza alcun mandato». E ancora: «I poliziotti gli hanno chiesto di consegnare il telefono e lui lo ha fatto».

L’avvocato Cristina Morrone, dello studio Chiesa, che era presente «ha chiesto agli agenti il mandato, che non avevano. Quando Fabrizio ha capito cosa stava succedendo, ha reagito male» e soltanto dopo ha tentato di divincolarsi dalla stretta dei poliziotti e nella foga ha rotto un vetro dell’ambulanza che avrebbe dovuto portarlo all’ospedale di Niguarda. «I poliziotti hanno riconsegnato il cellulare solo quando sono intervenuto io – ha aggiunto il difensore. Fabrizio di 5 anni fa non si sarebbe accorto di nulla, adesso invece che sta studiando giurisprudenza ha capito tutto quello che stava accadendo e ha reagito».

Articoli correlati