La Svezia si avvicina sempre più di all’adesione alla NATO, dopo decenni di neutralità. I socialdemocratici svedesi hanno già convocato un dibattito parlamentare sulla questione. Anche la Finlandia, nei prossimi giorni, sceglierà di entrare nell’Alleanza Atlantica. Entrambi i Paesi scandinavi hanno deciso in tal senso dopo l’invasione russa dell’Ucraina. La scelta socialdemocratica svedese è attesa per domenica prossima, 15 maggio. Si tratta di un sostegno fondamentale, anche se la maggioranza parlamentare per il via libera c’è già.

In relazione a ciò, il primo ministro britannico, Boris Johnson, è arrivato a Stoccolma per la prima tappa di una visita diplomatica di 24 ore che proseguirà a Helsinki. Johnson discuterà con le autorità di Svezia e Finlandia dei piani dei due Paesi di adesione alla NATO.

Una nota di Downing Street ha spiegato ieri, martedì 10 maggio, che Johnson discuterà si “estese questioni di sicurezza”. “Non c’entra solo l’Ucraina ma più in generale la sicurezza dell’Europa –  si legge nella nota – si tratta di incontrare altri Paesi democratici e discutere questioni, come la sicurezza, che hanno rilevanza qui e oltreoceano. Sosteniamo la facoltà democratica delle nazioni di decidere su questioni come l’appartenenza alla NATO e comprendiamo la posizione della Svezia e della Finlandia”.

Lo stesso Boris Johnson ha annunciato che “il Regno Unito firmerà uno storico accordo di mutua sicurezza con la Svezia di fronte alla vuota presunzione di un tiranno del 21° secolo. La guerra in Ucraina sta costringendo tutti noi a prendere decisioni difficili, ma le nazioni sovrane devono essere libere di prendere tali decisioni senza timore di minacce di ritorsioni. L’accordo porterà i nostri due Paesi ancora più vicini” e ci sarà una convidivisione di “più informazioni, rafforzare le nostre esercitazioni militari e promuovere il nostro sviluppo congiunto della tecnologia”.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato: “Controlliamo con molta attenzione tutto ciò che è connesso con le azioni che possono cambiare la configurazione dell’Alleanza vicino ai nostri confini. Questo è oggetto di un’analisi molto, molto attenta”.

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