Le forze armate russe hanno rapinato e distrutto un laboratorio a Chernobyl (in ucraino Chornobyl) utilizzato per monitorare i livelli delle radiazioni nell’impianto dismesso e nell’area circostante. Lo ha annunciato l’Agenzia statale dell’Ucraina per la gestione delle zone di esclusione.

Come spiegato su IFLScience.com, Chernobyl è stato uno dei principali obiettivi dell’invasione russa dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio, e da allora la centrale nucleare è stata tagliata fuori dal sistema di monitoraggio che invia i dati all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). La centrale ha perso più volte potenza, è a rischio di incendi e soltanto negli ultimi giorni alcuni degli operai tenuti in ostaggio sono stati autorizzati alla rotazione del personale.

La notizia della distruzione del laboratorio analitico centrale di Chernobyl si aggiunge all’elenco delle distruzioni avvenute nell’area. Il laboratorio aveva il compito di fornire un’analisi scientifica dettagliata di ogni fase del trattamento dei rifiuti radioattivi tramite 100 apparecchiature avanzate che l’agenzia ha descritto come “senza rivali” in Europa.

Dal momento che il disastro di Chernobyl è il peggior incidente nucleare civile della storia, il lavoro svolto da questo laboratorio negli ultimi sette anni è stato significativo per quanto concerne la gestione dei rifiuti radioattivi. Quindi, il danno causato dai russi non solo ha un impatto sul lavoro svolto nella zona di esclusione ma anche su ovunque possa essere applicabile. “Il laboratorio ha utilizzato i campioni altamente attivi di radionuclidi, attualmente nelle mani dei nemici, quindi speriamo sinceramente che le loro azioni danneggino solo se stessi piuttosto che l’intero mondo civile”, ha spiegato l’agenzia ucraina.

La centrale nucleare di Chernobyl non funziona da due decenni, quindi non c’è il rischio di un altro disastro. La situazione, tuttavia, è ancora pericolosa per gli operai che stanno mettendo in sicurezza il sito e per la possibilità che i grandi progressi compiuti per renderlo sicuro possano essere fermati o aggravati dalle forze d’invasione russe.

Quando le truppe di Mosca hanno occupato la centrale nucleare, c’erano 211 persone: la rotazione del personale, a lungo ritardata, ha avuto luogo lo scorso fine settimana. Tuttavi, tredici membri dello staff tecnico si sono rifiutati di ruotare così come le guardie.

Infine, la caserma dei vigili del fuoco che si occupano degli incendi, che sono comuni in questo periodo dell’anno, al momento non hanno accesso alla rete elettrica e si affidano ai generatori.