Ieri, lunedì 14 marzo, una manifestante contro la guerra in Ucraina ha interrotto un notiziario in diretta sulla TV di stato russa Channel One, alzano un cartello dietro alla presentatrice e gridando slogan per denunciare quanto sta avvenendo.

Il cartello, in inglese e in russo, diceva: “Nessuna guerra. Ferma la guerra. Non credere alla propaganda. Qui ti stanno mentendo”. Oscurata, poi, un’altra frase: “Russi contro la guerra”. Questo straordinario atto di dissenso ha avuto luogo nel 19° giorno dell’invasione ordinata da Vladimir Putin ma definita “operazione militare speciale“.

La manifestante è stata identificata dai media russi in Marina Ovsyannikova, dipendente della stessa emittente del telegiornale. Nei filmati ampiamente condivisi in Russia, si vede la donna entrare nell’inquadratura dietro la conduttrice. Ovsyannikova aveva registrato in anticipo un messaggio separato in cui afferma di “vergognarsi di essere” una dipendente di Channel One. “Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine e la Russia è l’aggressore”, ha detto, aggiungendo che suo padre era ucraino.

La giornalista ha anche ricordato come i russi hanno taciuto nel 2014, in occasione dell’annessione forzata della Crimea, e davanti all’avvelenamento di Navalny, sottolineando che “l’itero mondo ci ha voltato le spalle e non basteranno dieci generazioni di nostri discendenti per lavare le nostre mani da questa guerra fratricida”

Il sito dissidente bielorusso Belsat, citando fonti russe, ha scritto: “Dopo 10 ore gli avvocati non sono ancora riusciti a trovare Marina Ovsyannikova”.

Nel video di stamattina, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha ringraziato la dipendente della TV russa: “Sono grato a quei russi che non smettono di cercare di divulgare la verità, che stanno combattendo contro la disinformazione e raccontano fatti reali ai loro amici e familiari e personalmente a quella donna che è andata nello studio di Channel One con un manifesto contro la guerra”.

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