L’incrociatore missilistico russo Moskva (Mosca) si troverebbere in fondo al mare. Lo riportano fonti russe e ucraine citate dal sito BulgarianMilitary.com. Sui motivi dell’affondamento, però, Kiev e il Cremlino danno versioni diverse.

Secondo l’agenzia di stampa statale russa TASS, sull’incrociatore missilistico è scoppiato un incendio che ha provocato l’esplosione delle munizioni che si trovavano a bordo. La TASS ha riferito che l’intero equipaggio della nave è stato evacuato.

Secondo i media ucraini, invece, il missile antinave costiero locale Nettuno ha colpito l’incrociatore russo, provocando un’esplosione e l’affondamento della nave. Il governatore di Odessa Maksym Marchenko su Telegram ha scritto: “È stato confermato che l’incrociatore missilistico Mosca oggi è andato esattamente dove è stato inviato dalle nostre guardie di frontiera a Snake Island. I missili Nettuno a guardia del Mar Nero hanno causato danni molto gravi alla nave russa”.

L’incrociatore missilistico russo Moskwa risale agli anni 70, progettato per contrastare gli Stati Uniti d’America e l’Occidente durante la Guerra Fredda. Secondo gli analisti del sito bulgaro, esistono poche munizioni che possono causare seri danni allo scafo, causando un incendio e tra queste c’è il missile anti-nave P-1000 Volcano con una testata da 500 chilogrammi o uno dei missili S-300F o una versione navale dell’S-300.

L’Ucraina, invece, ha condotto il primo test di volo del missile costiero antinave Neptune (Nettuno) nel giugno 2020. Una volta schierato, un sistema di difesa costiera Neptune comprende un lanciatore mobile su un camion USPU-360, quattro missili, un veicolo di trasporto / ricarica TZM-360, un comando RCP-360, un veicolo di controllo e un veicolo cargo speciale. Il sistema è progettato per funzionare fino a 25 chilometri nell’entroterra della costa.

Cosa c’era a bordo dell’incrociatore missilistico

Andriy Klymenko, direttore dell’Istituto di studi strategici del Mar Nero, ha spiegato che sull’incrociatore erano dislocati 16 missili da crociera. Di conseguenza, quanto successo ha ridotto l’arsenale totale di tali ordigni sulle navi della flotta russa schierata da Vladimir Putin nel Mar Nero da 72 a 56.

Secondo Klimenko, attualmente la forza missilistica navale russa è diposta così: fregata “Admiral Essen” (8 missili), fregata “Admiral Makarov” (8 missili), corvetta ” Vyshny Volochek” (8 missili), corvetta “Ingushetia” (8 missili), corvetta “Grayvoron” (8 missili), sottomarino “Rostov-on-Don” (4 missili), sottomarino “Stary Oskol” (4 missili), sottomarino “Great Novgorod” (4 missili), sottomarino” Kolpino “(4 missili).

Insomma, qualunque sia la causa che ha causato l’incendio a bordo dell’incrociatore, la perdita rappresenta un colpo all’orgoglio nazionale e militare russo, come spiegato da esperti americani.

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