Le parole del ministro degli Esteri italiano

Guerra in Ucraina, “Italia non si oppone a nuove sanzioni contro la Russia”, così Di Maio

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri dell’Italia, da Bruxelles ha affermato che l’Italia è “aperta” all’ipotesi di un “quinto pacchetto di sanzioni” alla Russia e “aspetta la proposta della commissione e non pone veti”. Sull’ipotesi che si vada a colpire anche il settore energetico – si sta parlando di embargo sul petrolio – Di Maio ha precisato che “sull’energia siamo impegnati come Italia fin dal primo giorno di questa crisi a diversificare gli approvvigionamenti energetici, perché non vogliamo farci cogliere impreparati da eventuali ricatti da parte della Russia”.

Di Maio ha anche affermato: “Ho sentito un’ora il mio collega turco Cavusoglu. Noi sosteniamo pienamente la Turchia negli sforzi negoziali che sta portando avanti. La Turchia non è solo un alleato NATO, è un Paese fondamentale in questo momento per promuovere il dialogo e portare le parti a un accordo di pace” in Ucraina.

Inoltre, è sceso a 230 il numero di italiani rimasti bloccati in Ucraina e che vogliono uscire, ricordando che “ieri erano 276” e “una settimana fa erano 400”. “Laddove non ci sono le condizioni di sicurezza consigliamo di restare al sicuro e aspettare le azioni sul campo delle agenzie umanitarie di corridoi di evacuazione. Porteremo via tutti quelli che ci stanno contattando”, ha aggiunto.

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“La Russia sta facendo terrorismo di stato in Ucraina”

La Russia sta facendo del terrorismo di stato in Ucraina e attaccherà altri Paesi. Lo ha affermato oggi, lunedì 21 marzo, il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov. A Londra per una visita al collega britannico Ben Wallace, Reznikov ha affermato che 150 bambini sono stati uccisi da quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina (24 febbraio) e oltre 400 scuole e 110 ospedali sono stati distrutti.

Reznikov ha detto: “Questo è terrorismo di stato. Ecco perché il Cremlino deve essere fermato: andrà oltre. Attaccherà altri Paesi”, pur non citando alcuna prova a sostegno delle sue affermazioni. La Russia, invece, continua a negare di prendere di mira civili anche se quanto successo a Kherson – solo per citare un esempio – dimostra il contrario.

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