Soldati bielorussi sono entrati nella regione di Chernihiv, nell’Ucraina del Nord. La notizia è stata diffusa dal profilo Twitter del Parlamento di Kiev. L’informazione è stata confermata da Vitaliy Kyrylov, portavoce delle forze di difesa territoriale del Nord.

Poche ore prima, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha affermato che la Bielorussia non ha intenzione di unirsi alle operazioni militari russe in Ucraina, come riferito da Reuters, citando l’agenzia di stampa statale bielorussa Belta.

Lukashenko ha anche negato le accuse di Kiev secondo cui le truppe russe stanno attaccando l’Ucraina dal territorio bielorusso, sebbene il Paese sia stato usato come punto di partenza dalle forze russe che si erano radunate lì prima dell’invasione, cominciata il 24 febbraio.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, domenica scorsa, ha esortato la Bielorussia a restare fuori dalla guerra, sostenendo che le truppe russe lanciano razzi da lì.

Zelesky ha affermato: “I nostri bambini vengono uccisi dal vostro territorio, le nostre case vengono distrutte, stanno cercando di far saltare in aria tutto ciò che è stato costruito nel corso dei decenni, non solo da noi, ma anche dai nostri padri, dai nostri nonni”.

Ieri, lunedì 28 febbraio, la Bielorussia ha anche annunciato che, in seguito al risultato del referendum di domenica, revocherà il proprio status di ‘non nucleare”, consentendo alla Russia di collocare le armi in territorio bielorusso. Tuttavia, questa scelta ha scatenato alcune proteste a Minsk e in altre città.

Al Senato, il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha affermato: “Stiamo approvando forti misure restrittive anche nei confronti della Bielorussia, visto il suo crescente coinvolgimento nel conflitto”.

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