• E’ un anno, che sono Chiusi i teatri, i cinema, sospesi i festival e le manifestazioni culturali.
  • Sin da marzo 2020, i lavoratori dello spettacolo se la sono vista brutta.

Il Governo italiano non è rimasto sordo ai loro richiami e, con il Decreto Cura Italia e con il Decreto Rilancio, ha tentato di arginare la chiusura dei sipari.

I lavoratori dello spettacolo non sono certo rimasti con le mani in mano. In tutte le città d’Italia, gli artisti hanno espresso la loro voce con sit-in e cortei nelle strade e piazze italiane. Chiedendo in primis gli ammortizzatori sociali, reddito di continuità e maggiore stabilizzazione dei precari e degli intermittenti, ma sopratutto la riapertura dei Teatri, Cinema, manifestazioni culturali.

Con queste incertezze I lavoratori dello spettacolo

stanno preparando una nuova manifestazione nazionale programmata per il 23 febbraio

Elio Balbo Portavoce dei lavoratori dello spettacolo:

«il premier Draghi abbia riconfermato alla Cultura, Dario Franceschini, un ministro che in un anno di blocco totale del nostro comparto ha fatto davvero poco. Alla maggior parte di noi non sono arrivati ristori o sono arrivate miserie. Perché non avviare protocolli di sicurezza tali da rendere fruibile lo spettacolo in modo da non creare un vuoto che difficilmente potrà essere sanato?»

Ha poi sottolineato che questa manifestazione «sarà ancora più imponente di quella del 30 maggio, alla quale aderirono 15 città.

I lavoratori dello spettacolo ritornano in piazza

Elio Balbo

Chi sono i lavoratori dello spettacolo

Probabilmente diamo tutti per scontato di sapere chi sono i lavoratori dello spettacolo, ma è bene soffermarci un attimo su capire chi sono. Vengono considerati tali non solo i ballerini, gli attori, i cantanti e i registi. Ma anche coloro che lavorano dietro la telecamera come le segretarie di edizione e produzione, gli sceneggiatori, i montatori e i fonici.

Insomma, tutti coloro che contribuiscono alla messa in piedi e messa in scena di uno spettacolo.

Fondamentale per questi lavoratori, soprattutto quelli che lavorano in teatro, è il contatto con il pubblico o, per lo meno, la presenza in sala di spettatori. Dunque con la chiusura sia dei teatri che dei cinema con il primo lockdown, è iniziata a calare un’ombra sugli artisti ma anche su tutti colore che hanno sempre ritenuto la sala la loro casa. Come i cassieri, il personale di sala e tutti quelli il cui lavoro si basava sull’accogliere gli spettatori nel modo migliore possibile.

 

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