Zoltan Kovacs, portavoce del governo ungherese, su X è tornato a parlare del caso Ilaria Salis, affermando che la 39enne “non è un’eroina. Lei e i suoi ‘compagni’ sono venuti in Ungheria e hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi: questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica, e noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura, non importa quanto forte la sinistra gridi al lupo”.

Condividendo un videomessaggio, con le immagini dell’aggressione, Kovacs ha proseguito: “Il padre di Ilaria Salis ha parlato a tutta la stampa occidentale, comprese alcune testate Usa. È stato anche invitato all’europarlamento e ha lanciato accuse gravi e infondate o ha rilanciato altre accuse infondate che non possono rimanere senza una risposta. È stato lui a trasformare il caso della figlia in una questione politica e ora appare sorpreso che vengano date risposte politiche a queste accuse totalmente infondate”.

E ancora: “Come padre forse farebbe meglio a riflettere su come sua figlia sia rimasta coinvolta in tale vicenda dal momento che questo caso non è isolato, la signora in questione è stata coinvolta in vicende simili in passato. E non dimentichiamo che il crimine in questione è estremamente grave e comporta condanne severe nel sistema legale ungherese”.

“Quando ci vengono rivolte accuse politiche, nessuno dovrebbe sorprendersi del fatto che i politici respingano queste accuse, dal momento che è nostro dovere difendere la reputazione e l’integrità, così come l’indipendenza delle nostre istituzioni, in questo caso la magistratura”, ha concluso il portavoce.

Conte (M5S): “Non ne avrei fatto un simbolo”

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in una intervista al Foglio ha spiegato cosa avrebbe fatto con il caso Ilaria Salis: “Sicuramente non ne avrei fatto un simbolo e lo dico a sua tutela, perché non essendo Ilaria Salis un caso Tortora rischiamo di alimentare la reazione dell’Ungheria. Questa vicenda della candidatura mancata ha riflessi negativi”.

E ancora: “C’è un rischio di alimentare la reazione degli ungheresi. Chiedono punizioni esemplari anche perché ispirate a motivazioni politiche. Mi preoccupano questi giochi della politica su un caso giudiziario. Sono giochi che non lasciano presagire nulla di buono per la diretta interessata. Noi del M5s abbiamo da subito rispettato le indicazioni del babbo che invitava a non strumentalizzare il caso sul piano politico”.

L’ex premier ha detto inoltre che “i nostri governanti hanno scoperto in Ungheria il principio di autonomia della magistratura. Io mi chiedo cosa c’entrano manette e guinzaglio con le regole processuali. Mi sconvolge il trattamento degradante, trattamento sui cui si poteva e si deve fare una battaglia”.

“Il trattamento dei detenuti – ha concluso Conte – è riservato alla polizia penitenziaria e quindi al ministro della Giustizia. Possibile che Meloni e sottolineo il nostro ministro Carlo Nordio non riescano a farsi valere?”.