Il governo di Tel Aviv ha votato la messa in stato di guerra dello Stato d’Israele, di conseguenza, d’ora in poi, si potranno intraprendere “attività militari significative”.

In effetti, poco dopo l’annuncio, le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato che decine di jet da combattimento stanno effettuando un’ondata di attacchi aerei “intensi” nella Striscia di Gaza. In un comunicato dell’esercito si legge: “L’IDF sta attaccando obiettivi nelle aree vicine alla recinzione di Beit Hanoun, utilizzate dal gruppo terroristico di Hamas per compiere attacchi contro lo Stato di Israele”.

Poi, come effetto dello stato di guerra, è stato annunciato che, nei prossimi giorni, resteranno chiuse le scuole in tutto il Paese. Inoltre, le attività commerciali a sud di Netanya e a nord del Negev centrale resteranno aperte solo se c’è un accesso immediato ai rifugi antiaerei. E ancora. in quelle aree i raduni sono limitati a 10 persone all’aperto e a 50 persone all’interno.

Attenzione, inoltre, alla possibilità che si apra il fronte dal Libano: “l’esercito israeliano ha intercettato un drone di Hezbollah entrato nello spazio aereo israeliano”. Lo hanno riferito i media israeliani. La tv al Jazeera ha riportato che ”un carro armato israeliano ha colpito un obiettivo nella zona di confine di Al-Khuraybah”, a sud del Libano. L’esercito israeliano aveva già annunciato  di avere ”adottato delle misure” per un eventuale coinvolgimento del partito sciita libanese nella guerra in corso.

Infine, è salito il bilancio dei morti in Israele dopo l’attacco di Hamas di ieri: le vittime ora sono 600 mentre i feriti hanno superato la soglia dei 2.000. 300, invece, le vittime tra i palestinesi dopo i raid israeliani.

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