Kim Jong Un è morto, in stato vegetativo o sta bene? Dipende dalla fonte asiatica.

Il dittatore, soprannominato Rocket Man da Donald Trump per la sua propensione a lanciare missili, è stato sottoposto a un intervento per il collocamento di uno stent all’inizio di questo mese, suscitando un vortice di speculazioni internazionali.

Una rete televisiva di Hong Kong ha affermato ieri, sabato 25 aprile, che Kim sarebbe morto, citando una «fonte molto solida». Tuttavia, nel frattempo, un media giapponese ha riferito due giorni fa che il leader nord coreano sarebbe «in stato vegetativo». Invece, calma piatta si registra nei media della Corea del Nord.

Inoltre, secondo quanto riportato dal New York Post, le voci sullo stato di salute di Kim Jong Un si sono moltiplicate perché assente alle celebrazioni per l’88° anniveraario della nascita dell’esercito rivoluzionario del popolo coreano.

Ora, però si è aggiunto un altro tassello al giallo: la Cina avrebbe inviato un team di medici per curare il dittatore nordcoreano: lo ha riferito Reuters venerdì scorso. In pratica, un medico ha dichiarato che il leader avrebbe avuto un dolore al petto e si è accasciato a terra durante una visita in campagna all’inizio di questo mese. Gli sarebbe stata eseguita una RCP sul post e poi sarebbe stato portato in un ospedale vicino per installare lo stent.

Comunque sia, se Kim Jong Un fosse davvero morto, la notizia potrebbe essere confermata soltanto dai media statali della Corea del Nord e, in passato, gli annunci dei decessi dei predecessori dell’attuale dittatore – il padre e il nonno – sono avvenuti nel giro di quattro giorni.

«Quando si tratta della Corea del Nord, non si può mai essere troppo sicuri fino a quando non si sentono le notizie dal Paese stesso», ha dichiarato David Maxwell, esperto della Corea del Nord presso la Fondazione per la difesa delle democrazie (FDD). «Ma vale la pena ricordare che ci sono 6,5 milioni di smartphone nella Corea del Nord e anche se la copertura è all’interno del paese, le informazioni oggi hanno un modo per uscire più velocemente rispetto al passato», ha aggiunto.

Maxwell ha anche teorizzato che il coronavirus potrebbe essere un fattore determinante nell’eventuale dipartita di Kim Jong Un, dal momento che ha le condizioni sottostanti che possono aggravare l’impatto del Covid-19: obesità, ipertensione e diabete.

Insomma, un giallo di cui il finale è ancora da scrivere.

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