La 31ª giornata di campionato è destinata a restare nella menta di molti e molti tifosi sia per la vetta che per la salvezza. Protagonista che non ti aspetti l’Udinese, che ferma la corsa del Napoli e mette una seria ipoteca sulla salvezza.
Resta dunque una corsa a 4 partecipanti quella riguardante le ultime 3 posizioni: l’Hellas potrebbe approfittare nel posticipo di lunedì delle sconfitte di Frosinone, Palermo e Carpi, che resterebbero distanti, ma non in grado di garantirsi un posto al sole. 11 gol subiti in 3 e tanta confusione tattica, resterà in Serie A chi avrà il coraggio di restare lucida.
È evidente che il risultato di Udine influisca sia ai piani bassi che in vetta, ma se la Juventus non avesse quasi tutte le partite probabilmente staremmo parlando di un campionato ancora aperto. Il Napoli perde una volta nelle ultime 9 e si trova a -6, Higuain fa 30 in campionato, si fa espellere, perde scudetto, scarpa d’oro e mette in serio pericolo la qualificazione diretta alla fase a gironi di Champions League.
Numeri da capogiro che non coincidono con la distanza dalla capolista, che alla 9ª giornata aveva 10 punti in meno dei Partenopei. Juventus-Empoli è il manifesto della differenza tra i partenopei ed i bianconeri: a Torino mancano Dybala, Bonucci e Khedira. Giocano Morata, Rugani e Pereyra ed il risultato non cambia. La profondità della rosa alla lunga ha avvantaggiato i campioni d’Italia.
Poco più dietro la Roma gioca il derby con la consapevolezza di aver la possibilità di avvicinarsi al Napoli e non manca l’appuntamento. Brilla la Lupa di Spalletti nel pomeriggio romano ed annienta i cugini, che al termine salutano il mister Pioli per dare il benvenuto ad un laziale vero, Simone Inzaghi, su cui resta comunque il dubbio che abbia ancora poca esperienza per allenare in una piazza così importante e così scontenta.
Ciao Milano, terra del calcio italiano che fu! Inter e Milan sono la bruttissima copia delle compagini che storicamente hanno dominato il campionato di casa nostra. Perdono in casa di Atalanta e Torino, squadre ben organizzate ma obiettivamente molto meno attrezzate. Si allontana l’europa che conta e con essa la possibilità di vincere lo scudetto dell’anno prossimo: niente Champions, i giocatori più forti vanno via, i sogni di gloria sbiadiscono.
In mezzo cresce ancora il Genoa che trova in Suso un valido di sostituto di Cerci ed asfalta il Frosinone, mentre la Fiorentina continua nel sua momento no e pareggia con la Sampdoria. Il mercato di gennaio ha danneggiato e non poco i Viola: Zarate non è Rossi, Tino Costa non è un giocatore adeguato e le lacune si notano. Si notano tantissimo
a cura di Carlo Castiglione