In Cina si teme sempre di più l’avvio di una seconda ondata di contagi da Covid-19, soprattutto a Pechino dove, stando a quanto affermato dal portavoce della municipalità Xu Hejan, la situazione è «estremamente grave».

Oltre un centinaio di persone, infatti, sono state riscontrate positive al coronavirus dalla scorsa settimana, a partire dal nuovo focolaio individuato nel mercato all’ingrosso di Xinfadi.

La megalopoli è ora impegnata in una «corsa contro il tempo» per contrastare questa nuova ondata, con l’obiettivo di avere «un margine di anticipo sull’epidemia e decidendo le misure più restrittive, decisive e determinate». Nella capitale la capacità i test è di oltre 90 mila tamponi al giorno.

A Pechino, nelle ultime 24 ore, sono stati registrati altri 27 casi di contagio, che portano il totale delle nuove infezioni a 106 in cinque giorni. Almeno 29 comunità locali della capitale cinese sono in lockdown come esito delle misure per contrastare il nuovo focolaio.  In totale, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità cinese, in tutto il Paese si registrano 40 nuovi casi di coronavirus, di cui otto importati. Salgono così a 83.221 i contagi in Cina, mentre il numero dei decessi resta fermo a 4.634.

Nel dettaglio, il governo municipale di Pechino ha richiesto che le persone ad alto rischio di esposizione alla Covid-19 non lascino la megalopoli, e coloro che sono partiti dovrebbero rivolgersi alle autorità locali.  Da ieri, lunedì 15 giugno, è vietato ai taxi di lasciare la capitale.

«I prossimi tre giorni saranno cruciali per Pechino per frenare l’epidemia mentre le persone infette dal coronavirus iniziano a mostrare sintomi», ha dichiarato Wu Zunyou, epidemiologo presso il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). I primi casi a Pechino sono stati probabilmente infettati da coronavirus verso la fine di maggio, ha aggiunto.

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